Caso Ruby & speculazione della cronaca e della politica. Corsera: i lettori e Ostellino

22 Gennaio 2011

Fonte: Corriere della Sera

 

Ostellino, i commenti di alcuni lettori

 

Caro Romano, nel sempre florido mercato del “segreto istruttorio” sta facendo decisamente molto scalpore il presunto comportamento “allegro” delle frequentatrici di una villa di Arcore. Non entro nel merito del perche’ tutto cio’ sia meritorio di approfondimenti giudiziari o giornalistici, ad altri l’arduo compito di dilettarvisi. Quello che vorrei sottolineare e’ il fondamentale “sessismo” che più o meno inconsciamente sembra impregnare tutta la vicenda. In cui sono proprio le giovani donne coinvolte che vengono dileggiate ed oltraggiate con la pubblicazione delle loro conversazioni più private e sincere. Come ha scritto giustamente Piero Ostellino, sulla vicenda in molti hanno e stanno sbagliando, coinvolgendo irresponsabilmente “le vite degli altri”. La politica, le istituzioni ed i giornali per primi! Con tutte le conseguenze del caso!
Mario Taliani
Ho letto con grande piacere l’articolo di Piero Ostellino «L’attacco alle libertà individuali». Un articolo che mostra ancora una volta l’alto senso civico,la statura morale e la libertà di pensiero di un grande giornalista. In questo momento in cui lo sport nazionale è diventato l’attacco all’«Orco» sul caso Ruby , Ostellino coglie invece un problema vero : che fine ha fatto la libertà individuale in questo Paese? Mi meraviglio però che un articolo di questo genere non abbia l’onore della prima pagina come editoriale , visto che pone un problema su cui tutti dovrebbero meditare. A mio parere, riflessioni come quelle di Ostellino contribuiscono a far crescere il senso civico tra i cittadini e danno un grosso contributo alla discussione su problemi seri che spesso vengono trascurati a vantaggio del gossip e della strumentalizzazione politica.
Dato che la rubrica che Lei cura, dottor Romano, si chiama “«lettere al Corriere» e non «lettere a Romano» sono obbligato a rivolgermi a Lei per protestare molto vivacemente per lo sfacciato editoriale di Ostellino che, pur volendolo far passare per altro, non è che una ossequiosa sponda d’appoggio offerta a un politico che si sta scoprendo essere peggio di quel che già molti temevano. A me non risulta che tutti i nomi implicati in questa vicenda ne escano sporchi, anzi, ci sono donne che si son lamentate del «puttanaio» e non ne escono certo sminuite, e ci sono uomini vicini al premier, vedi Spinelli, che la stessa indagine sottolinea che potrebbero essere all’oscuro di certi aspetti della storia. Io, come Ostellino, non frequento Berlusconi e quindi non temo ne le intercettazioni telefoniche ne eventuali pedinamenti. Sostenere il discorso della violazione della privacy è davvero pretestuoso e comunque, se ciò ha portato a scoprire che il capo di un governo è quello che sembrerebbe uscire dalle indagini, beh…allora era un male necessario e semmai il problema è nel fatto che l’imputato, facendosi una legge su misura per l’ennesima volta, si era messo nelle condizioni di non farsi intercettare…quindi siamo al paradosso! Qui comunque mi sembra che piuttosto che vedere la Luna si voglia ancora farci vedere il dito che la indica, e se questo posso permetterlo all’imputato che si difende, non lo accetto da un giornalista che scrive sul Corriere!
Mercoledì, sul maggior quotidiano d’Italia, si potevano apprendere due cose 1) che se una donna vende il suo corpo per strada è una puttana, se lo fa con il capo, il professore, il politico è un’oculata amministratrice della fortuna su cui siede 2) una donna quindi non ha bisogno di studiare lavorare eccetera, basta usare quello su cui siede. L’articolo di Ostellino è quanto di più squallido, indecente, mi verrebbe perfino da dire maschilista come ai vecchi tempi, mi sia capitato di leggere in questi ultimi giorni, perchè non c’è nemmeno la scusante «politica» di un pennivendolo pagato dal padrone, no, gli è venuta spontanea. Bell’autorevolezza, maggior quotidiano d’Italia, bella davvero . Grazie
Nori Mangili
L’editoriale del 17 gennaio 2011, a firma di Piero Ostellino, è un insulto alle donne ed al suo passato di (credevo) autentico liberale. Libertà è responsabilità per sè e per gli altri. Libertà è prima di tutto dignità e non polvere sotto il tappeto di una supposta privacy. Al bavero della giacca dei senili desideri (assolti) e delle comprensive arrampicatrici disposte a tutto (comprese), oltre allo squallore c’è solo la merce. Che non è libertà. Mai.
Benedetta Colombo
Vorrei esprimere tutto il mio sdegno sull’articolo di Ostellino relativo a Silvio Berlusconi. Che razza di giornalista è uno che solo minimamente pensa di giustificare lo schifo che sta uscendo sul capo del governo ! Forse c’è un motivo, ma lo tengo per me (a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca). Povero Ostellino (o forse ex povero) e povero Corriere della Sera.
Saluti (e speriamo in un paese migliore)
Condivido perfettamente l’articolo di Ostellino che ho appena letto su Corriere on line. Ho 54 anni, sono una suora e una preside; non ho mai assistito a una barbarie mediatica del genere: le povere prostitute da una parte; il povero (in un certo senso) presidente dall’altra. E la povera Italia nel mezzo, che con tutti i guai che ha deve leggere sulle prime pagine dei migliori quotidiani nazionali vicende del genere… quanto servono a migliorare la vita nel nostro Paese? Dott. Ostellino, facciamoci coraggio e “tiremm innanz”.
sr. Miranda Moltedo
L’articolo di Ostellino viene da lontano: già circa 10 anni fa, quando l’Economist mise in prima pagina, con tanto di dossier dettagliato, le ragioni per cui Berlusconi non era adatto (fit) a governare l’Italia, Ostellino rispose con un articolo dove sostanzialmente rivendicava il diritto a che i panni sporchi nazionali si lavassero in casa. Anche allora sembrò una risposta strana. Dopo 10 anni di panni sporchi lavati in casa, tutta la casa, l’Italia, ne è appestata. Ma la reazione di Ostellino non cambia. A fronte di accuse di reati gravi, di molte evidenze in quel senso, di uno scandalo ripetuto, quotidiano nella vita pubblica italiana, il valore prioritario da difendere sopra tutto il resto è la privacy. A ben vedere è la stessa posizione di Berlusconi che ha voluto una legislazione sulla privacy che gli faccia da scudo. Questa Italia di oggi è il risultato delle attività della sua classe dirigente, politica, economica, amministrativa, dell’informazione, ecc. E’ sotto gli occhi di tutti che questa classe dirigente è fatta da uomini vecchi, vecchi porci, che hanno bisogno di privacy per continuare a fare le loro porcate.
Complimenti
Teresa Mancinelli
Per cortesia, chieda al direttore come fa ad accettare che Ostellino se la prenda con le intercettazioni che violerebbero la privacy del cavaliere. Pensare che delle prostitute abbiano il cellulare del premier e vadano a casa sua senza controlli, quello si fa venire la pelle d’oca.
Franco Ghirlanda
Scrivo per descrivere tutto il mio disappunto per quanto Ostellino va scrivendo in questi giorni. Riporto dal suo ultimo articolo: «Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia – diciamo così – partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta»!! Ma di cosa stiamo parlando, Ostellino si rende conto di quello che scrive ? Non si può continuare a difendere l’indifendibile. Che fine a fatto la morale in questo paese ? Cosa dovrei dire a mia figlia che ha 9 anni ? Che è seduta sulla sua fortuna ? Vergogna!! Da tanti anni leggo e compro il Corriere ma fino a quando leggerò certe cose di certo non lo comprerò più.
Sandro Pierdomenico
«Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l’indulgenza all’esame o al capo ufficio per fare carriera». E’ con un paragone del genere che Piero Ostellino sembra quasi derubricare le mattane del premier a quotidianità dell’agire maschile. C’è una piccola differenza: se lo fa un professore o un capo ufficio e vengono scoperti, la “vergogna” rimane circoscritta alla loro sfera familiare e di amicizie. Nel caso del premier a pagarne le conseguenze è l’intero Paese. Se per Ostellino è lo stesso …
Renato Cavedon
Ho letto il suo articolo sul Corriere e sono veramente arrabbiata. Le vorrei ricordare che il mondo e l’Italia sono pieni di donne e ragazze che studiano e lavorano sodo e che fanno carriera grazie alla propria intelligenza e bravura. E che vanno a letto solo con gli uomini che trovano attraenti. Certo che per una donna fare carriera sulla base del proprio talento è difficilissimo in Italia dove tutte le leve di potere sono occupate da vecchi come lei. Vecchi che hanno tutto l’interesse a far sembrare normale che ragazze e donne si vendano a loro per pochi soldi, qualche posto in Parlamento, un posto da precaria nei giornali, ecc. Io credo che non sia più accettabile leggere sul primo quotidiano italiano questo genere di articoli. Chi può scrivere una frase come «una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia partecipe chi può concretarla … ». Faccio veramente fatica a non insultarla apertamente. Ma è ora davvero di dire basta!
Carola Fini
Stupisce come anche giornalisti di grande calibro come Piero Ostellino cadano nella tentazione di giustificare ciò che giustificabile non e’. Riporto qui un estratto dell’ultimo articolo di Ostellino: «Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia – diciamo così – partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta. Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l’indulgenza all’esame o al capo ufficio per fare carriera. Avere trasformato in prostitute – dopo averne intercettato le telefonate e fatto perquisire le abitazioni – le ragazze che frequentavano casa Berlusconi, non è stata (solo) un’operazione giudiziaria, bensì (anche) una violazione della dignità di donne la cui sola colpa era quella di aver fatto, eventualmente, uso del proprio corpo. La pubblicazione delle loro fotografie – che corredate di nomi e cognomi sono adesso vere e proprie foto segnaletiche – da parte dei media, non è stata (solo) un fatto di cronaca; è stata (anche) una barbarie».
E ora la definizione dell’enciclopedia Treccani: prostituzióne s. f. [dal lat. tardo prostitutio -onis, der. di prostituĕre «prostituire»]. – 1. Il fatto di prostituire, di prostituirsi, spec. come attività abituale e professionale di chi offre prestazioni sessuali a scopo di lucro; nel diritto italiano, sfruttamento della p. altrui, espressione riassuntiva sotto la quale la legge che ha abolito la regolamentazione amministrativa della prostituzione in Italia comprende e sanziona le diverse ipotesi di reato tradizionalmente connesse al meretricio, e cioè l’induzione alla prostituzione, la tratta delle prostitute e lo sfruttamento della prostituzione in senso stretto.
Se ancora e’ giusto aggrapparsi in una sacrosanta presunzione di innocenza attenendosi a quello che sarä il giudizio finale di chi esaminerà le carte e condurrà il processo, tentare di giustificare quello che sembra essere accaduto e’ la cosa più degradante che si possa fare. Credo che per una donna sentirsi dire che in fondo e’ normale che si conquisti un buon posto in università andando a letto col professore e’ veramente atroce. E sinceramente, lo trovo squallido e ingiusto anche come uomo. Vivo in Germania da sei mesi, qui nessuno si sognerebbe di dire che e’ normale usare il proprio corpo per andare bene all’università o in politica. Qui le prostitute lavorano e pagano le tasse, ma non si chiamano “escort” o “le ragazze (minorenni per giunta!) che frequentavano casa Berlusconi”. Inviterei Ostellino e chi come lui giustifica ciò che e’ successo a pensare alla loro figlia a letto con un 75enne, per ricco e potente che sia. Sperando che il Suo prossimo articolo sia rivolto a capire come costruire un sistema economico che permetta a ragazze di 25 anni di avere una prospettiva nella vita senza dover prostituirsi, La saluto cordialmente
Marco Masetti
Che tipo di giornale è diventato il Corriere della Sera, per permettersi di offendere metà della popolazione italiana, ospitando sulla sua carta e sul suo sito parole come «Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna…»? Una donna – mi prendo la briga di informare il signor Ostellino – è ben consapevole di cos’ha tra le gambe, ma forse il milione di donne italiane che hanno subito uno stupro o un tentato stupro non sarebbero tanto d’accordo nel definirla una fortuna. Una donna è fortunata, in Italia, se non subirà molestie nel corso della propria vita: la percentuale è infatti del 24% circa. Significa che su 4 sorelle, statisticamente una di loro verrà molestata sessualmente. E senza neanche un rimborso spese, pensi un po’. Una donna che decida di – diciamo così – convertire prestazioni sessuali in valuta corrente in Italia commette un reato, e il mio vocabolario definisce tale persona una prostituta, non un’affarista abile a concretizzare i suoi talenti. Prego, informate anche di questo il signor Ostellino per mio conto. Il mondo è pieno di donne che vengono molestate da professori e colleghi, forse più di quante non si concedano per agevolazioni varie – su questa categoria non esistono statistiche Istat. Forse, quando l’uomo medio smetterà di considerare l’organo sessuale delle donne come un oggetto creato a proprio uso e consumo, entrambe le categorie si ridurranno di numero. Un Primo ministro a luci rosse sicuramente non aiuta questo cambiamento. Signor Ostellino, mi spiace dirlo, ma se io sono seduta sulla mia fortuna, lei è sicuramente seduto sul suo cervello.
Giulia
Ho letto con grande interesse i commenti di Piero Ostellino di critica al comportamento dei magistrati per le recenti inchieste contro Berlusconi. Premetto che io sono sempre stato contro Berlusconi (pur essendo tendenzialmente di centro-destra, il che mi ha sempre posto e mi pone il problema di come votare), ma credo che il problema del funzionamento, o del cattivo funzionamento della giustizia in Italia sia un problema gravissimo e che semmai una delle tante colpe di Berlusconi è di averne di fatto impedito la soluzione proprio perché egli ha sempre finito per cercare di far prevalere i suoi esclusivi interessi personali. Ma nel caso specifico della vicenda “Ruby”, c’è un aspetto che non mi sembra sia stato ben messo in rilievo da nessuno e che getta una luce ancor più inquietante sull’intera vicenda; e questo anche al di là del diritto alla privacy e della necessità che sia tutelata la dignità dei cittadini, come giustamente è stato messo in rilievo con la sua ben superiore maestria da Piero Ostellino. A quanto mi risulta il Capo del governo è indagato sul piano penale per presunti atti sessuali con una minore e per concussione. Ma che io sappia si tratta di ipotesi di reato che sarebbero emerse appunto con il caso Ruby, verificatosi nel maggio scorso. Ma l’inchesta della magistratura con pedinamenti, intercettazioni, controlli a chi si recava nella villa del Presidente è iniziata nel gennaio precedente. Sulla base di che cosa? Già si sospettava del caso Ruby? O semplicemente si voleva controllare lo stile di vita del presidente, sperando prima o poi di scoprire qualcosa? Ma questo è ammissibile? E’ certo ammissibile per un notorio mafioso o camorrista, ma chiunque può essere sottoposto a inchiesta solo per accertare che non commetta reati, anche al di là di una precisa notizia di reato? E nel caso di Berlusconi quale sarebbe stata questa notizia di reato? che riceveva prostitute o presunte tali? Ma, al di là di ogni giudizio morale, uno non ha il diritto di ricevere a casa sua delle prostitute o donne comunque “disponibili”? Che poi da un certo comportamento morale possa discendere anche un negativo giudizio politico, questo in ogni caso non è certo compito della magistratura. La magistratura deve perseguire solo i reati, ma, ripeto, quale notizia di reato esisteva nel gennaio scorso a giustificare tanto dispiego di mezzi e di denaro pubblico (oltre all’utilizzo di sistemi lesivi della dignità personale e inaccettabili contro chi non era neppure indiziato di reato (anche se non si tratta di comportamenti esclusivi della polizia italiana, ma purtroppo diffusi anche in tanti paesi occidentali altamente reputati per essere liberali). E’ stata giusta, questa volta, la denuncia che ne ha fatto Berlusconi (benché non voglia certo difendere un personaggio che sarebbe bene scomparisse per sempre dalla scena politica italiana, per il bene dell’Italia). Ma il mio timore è che Berlusconi in ogni caso prima o poi finirà per andarsene, ma un sistema giudiziario illiberale e inquisitorio finiremo invece purtroppo per tenercelo. Grazie e cordiali saluti.
Giovanni Ceruti
Sul Corriere di mercoledì la morte del nostro soldato era pubblicata a pag. 12!!!!!!TUTTE le pagine precedenti erano dedicate all’affaire Ruby. Considero ormai Silvio Berlusconi “un vecchio porco” ma continuerò a votarlo perchè trovo più scandaloso il comportamento della magistratura di Milano che si è votata anima e corpo nella missione di abbattere (se potesse anche materialmente) questa persona con una forza, un odio che – ad un cittadino qualunque – fa paura. Si pensa: se dovesse succedere a me? Fa’ specie oltretutto che il Corriere sia diventato il megafono di questi magistrati. L’unico che ha il coraggio di evidenziare (e biasimare) questi comportamenti è Piero Ostellino che ha già dedicato due pezzi all’ argomento. Tutti gli altri grandi giornalisti? Ma vi siete accorti del baratro che sta dietro Berlusconi? Staremmo meglio se si ritornasse al dodecapartito dei tempi DC?
Anna Maria Villa
L’articolo di Piero Ostellino (L’attacco alle libertà) è purtroppo un segno che l’Italia è già piombata nella barbarie da cui questi vorrebbe salvarla. In un paese in cui la disoccupazione giovanile è al 25%, certe giovani donne offrono le loro prestazioni sessuali al primo ministro (!!) in cambio di favori che violano qualunque criterio di giustizia e decenza (una è diventata consigliere regionale in Lombardia, un’altra ha avuto un posto all’Università della Calabria…). Quale distorta concezione della “privacy” porta a pensare che chi si avvale di mezzi scorretti e ignobili per guadagnare indebiti vantaggi abbia diritto ad avere i propri comportamenti tutelati in nome della libertà e della “privacy”? Ora cos’ha più valore in un paese civile: l’onore di gente senza onore e pudore, o il diritto a competere su una base di equità di centinaia di migliaia di giovani senza lavoro? Io sono emigrato e mi dispiace dovermi compiacere della mia dolorosa scelta. Da un grande quotidiano e da un esperto giornalista ci si aspetterebbe la capacità di guardare alla realtà con un po’ più di obbiettività e di argomentare in modo più onesto e meno capzioso.
Giovanni De Grandis
21 gennaio 2011