Ecologia e protezione attiva dell’ambiente: stop ai detersivi chimici

30 Aprile 2011

Paola Sollenni

 

La rivoluzione del bucato. Basta con i detersivi!

 

Quanto ho scritto nel mio articolo del 04 aprile u.s., <<Magnetosfere, Multi-sensibilita’chimica, ambiente. A quando la rivoluzione del bucato?>>, pare che abbia attirato attenzione e curiosità. Approfitto perciò per sottolineare o precisare quanto segue: – le sfere, costituite da un involucro tondo di plastica speciale, contenenti al loro interno micro sferette di ceramica che si caricano al sole di ioni negativi, sostituiscono, con la loro azione fisica a contatto con l’acqua del bucato, l’azione chimica del detersivo e separano i tessuti da ciò che è loro estraneo, lo sporco; – l’utilizzazione in lavatrice delle sfere di ceramica svolge importantissime funzioni ecologiche abbattendo l’utilizzazione dei prodotti chimici e la loro stessa produzione, che hanno conseguente nefaste in tutta la biosfera (altro che parlare sempre e soltanto di radioattività), perciò se esse saranno utilizzate da milioni e milioni di famiglie in tutto il mondo, potranno dare un contributo non secondario alla riduzione dell’inquinamento chimico planetario e imporre una rivoluzione industriale nel settore; – svolgono funzioni antiallergiche e antibatteriche, laddove i prodotti chimici sono fonte primaria di problemi allergici; – esse favoriscono il mantenimento e la durata dei tessuti e dei loro colori per maggiore tempo; – determinano un forte abbattimento dei costi, perché il loro prezzo è imparagonabile al costo del detersivo che si consuma in due – tre anni anche in famiglie poco numerose. Chi vuole, poi, può ricorrere all’utilizzazione di un po’ di ammorbidente se non vuole rinunciare al profumo del bucato. Per quanto io sappia, esse sono prodotte e/o distribuite in Italia da Anthesis già citata nel mio articolo. Duole constatare però che la ditta in questione non diffonda una più articolata, capillare e indispensabile informazione del suo prodotto attraverso la rete, visto che cliccando e navigando con Google si trovano ancora pochi riferimenti e nulla su notizie relative al prodotto e alle istruzioni per l’uso che, invece, l’azienda distribuisce in foglio al momento dell’acquisto della scatola contenente il prodotto. Un modo davvero inefficace di pubblicizzare un qualcosa che potrebbe sicuramente stravendere. Non vi pare? Cara direzione di Anthesis, cari proprietari: dobbiamo essere noi a sopperire a questa grave carenza di informazione – e per voi di gratuita pubblicità – su di un prodotto che attirerebbe l’attenzione di milioni di persone? Come mai?

 

Magnetosfere, Mcs, ambiente. A quando la rivoluzione del bucato?