Manovra. L’accoppiata dell’ultrasinistra. Berlusconi e Bossi gettano la maschera?

29 Agosto 2011 riproposto il 31 Agosto

Domenico Cambareri

 

Da quanto si apprende da Televideo, la montagna dei bugiardi ha partorito bocconi avvelenati e magnificenti castronerie

I laureati  e gli ex soldati di leva finanzieranno la manovra?

Le malsane se non demenziali decisioni del duo BeBo ci portano allo sfinimento morale e all’ultima spiaggia della credibilità politica? Vadano a casa prima di farsi cacciare via come traditori dell’ennesima ultima ora! Bersani in queste ore ha ricevuto il più bel regalo della sua vita e potrà farsi avanti come leader dei moderati? Che fine hanno fatto i parlamentari del PdL? Condivisibili le parole del cardinale Bagnasco.

 

Le magnificenti castronerie? Imporre agli italiani il dimezzamento dei deputati come falsa panacea dei mali del Paese per garantire in futuro un gioco al massacro ancora più oligarchico: è il gioco della partitocrazia imperante a cui ben si associa Bersani. Imporre agli italiani il “rinvio” dell’abolizione dei piccoli comuni e della riduzione delle provincie – anzi, adesso, dell’azzeramento di tutte le province – attraverso lo strumento della riforma costituzionale. Ciò significa solo questo: attenti, vi stiamo rienpendo le orecchie e la testa di balle, e queste sono le balle più grosse che mettiamo in giro affinché tutto rimanga come è per mantenere in vita un sistema partitocratico onnivoro, insaziabile, invincibile e perpetuo.
I bocconi avvelenati? Continuare a parlare da propagandisti bugiardi e spergiuri, spargendo dì e notti frasi illusorie per poi abolirle di botto e bastonare i soliti noti. Ci riferiamo ad esempio alla tremontiana classificazione-balla  dei redditi da assoggettare all’improprio e falso “contributo di solidarietà”. E poiché nessuno vuole sentir parlare di pezzo di pane da regalare alla comunità … all’improvviso scompare ciò che correttamente andava indicato come imposizione di aliquota progressiva e addizionale ai redditi superiori (per il ministro del Mef, ad iniziare di 91000; per noi, ad iniziare da 70.000 €), pure considerando gli enormi aumenti retributivi conseguiti negli anni ’90 e nei primi anni del 2000.
L’altro esempio, il più eclatante, che viene realizzato come alternativa all’abbattimento dell’imposizione “proporzionale” extra del 5% e del 10%  sulle prime due fasce dei redditi più elevati, è che chi andrà in pensione avendo prestato a suo tempo il servizio militare di leva e/o avendo conseguito una laurea, non potrà vedersi calcolato questi anni nei benefici economici per la quiescenza ma sol potrà vederli calcolati come anzianità complessiva per i fini pensionistici. Ciò introduce effetti distorsivi di ingiustizia aberranti, sia per quanto attiene al fatto che chi ha prestato un anno di sevizio alla Patria viene definitivamente a perdere questo periodo della sua vita rispetto a chi non lo ha espletato (dapprima soltanto donne ed esentati) ricevendo una penalizzazione oggettiva; sia per quanto attiene agli anni degli studi universitari. Salvo le fasce dirigenziali e pochi settori del lavoro ben retribuiti, infatti, sappiamo che in Italia i laureati sono da 40 e più anni super penalizzati. Hanno contratti estremamente appiattiti con i non laureati e, per di più, una cospicua fetta di posti di lavoro da attribuire esclusivamente a quanti sono forniti di una laurea magistrale viene ancora “aperta” , resa accessibile – per inconfessabili interessi clientelari – a diplomati e a minilaureati introducendo addizionali e ininterrotti effetti distorsivi di “sistema” (non parliamo della baraonda, dell’anarchia più completa che regna nell’attribuzione dei punteggi: sembre di vivere in un repubblica di … banditi?). Su questo piano, l’ingiustizia è davvero scottante e odiosa, e per di più il conto per il riscatto della laurea è stato portato da tempo a cifre enormi: costi che nessun normale stipendiato si può permettere.
Inoltre, sul piano dell’etica civile, ciò è una canagliata, nient’altro che una canagliata che non può scovare giustificazione in nessun modo perché colpisce persone che nel corso degli anni di studio hanno speso non lavorando, ossia persone per le quali le famiglie si sono sottoposte quasi sempre a vere e proprie emorragie finanziarie di cui non tornerà indietro proprio nulla. Una canagliata che getta fango su una parte importante di italiani volenterosi, responsabili e socialmente e culturalmente insostituibili  ma che copre di sterco – altro che ingiuria! – un governo oramai innominabile.
Questa decisione di Silvio e del Bossi bossolotto fulminato colpisce, lo sottolineamo ancora, in maniera brutale i laureati italiani – il ceto medio intellettuale -, che in campo internazionale sono i più sottopagati e vessati e costituisce una ennesima decisione, assolutamente immotivata e irrazionale, espressione di arroganza e strafottenza sconfinate di fronte a cui non si può rimanere increduli ma allibiti e che noi non tollereremo oltre. Una canagliata, per l’appunto, che accentuerà in tanti disaffezione e avversione verso le istituzioni rapprsentative.
 Le parole espresse da una delle  più eminenti autorità della chiesa cattolica di oggi, il cardinale Bagnasco, dette con parole e con tono del tutto diversi dalle nostre – per quanto vengano da una sponda che spesso, correttamente, preferiamo non citare nel contesto delle questioni politiche e civili – nel merito coincidono con quanto qui andiamo scrivendo, anche in riferimento ai due protagonisti-principe di questo affondo meschino. Affondo meschino, cinico e sconclusionato che richiama coloriture tipiche di un preciso estremismo anarcoide dell’ultrasinistra e della “supplenza” politica posta in essere in anni bui dai sindacati della trimurti.
Berlusconi e Bossi hanno gettato definitivamente la maschera per rivelare ciò di cui si sono nutriti nel loro animo. Sono due vetero sessantottini fuori tempo che ci troviamo alla guida del Paese sotto mentite spoglie, due vetero sessantottini che vogliono sconvolgere quel po’ che rimane di equilibri sociali e di coesione sociale.