Erdogan e la giusta determinazione turca. Benvenute decisioni, nel silenzio europeo

09 Settembre 2011

Fonte: il Giornale.it

 

Nel pubblicare questo artcolo redazionale del quotidiano milanese al quale in più momenti e in diversi temi ci siamo trovati abbastanza vicini (non è il caso della politica gridata e delle parolone profederaliste per accontentare certe platee di terun de l’osti con cui si trovano costretti a vivere gomito a gomito i berlusconiani doc, e, pià in generale, gli italiani arrabbiati e umoralmente “antipolitici”), è doveroso ricordare che la posizione della testata è stata sempre pro – israeliana. Una scelta che mai abbiamo condiviso,che non condiviamo e che contrasteremo. Una scelta che segna il limite e gli errori marcoscopici del leader carsmatico delle masse di Forza Italia e, oggi, sempre meno, del PdL, ma non quelle di un leader politico mai nato nella qualità di statista. La destra italiana deve sottrarsi dalla soggezione, frutto di passiva stupidità psicologica e di inaccettabile condizione di subalternità politica, alla politica dei misfatti degli USA e  alla conduzione criminale dei piani di esplusione palestinese portata avanti ininterrottamente dai governi israeliani e dal sionismo che li sorregge, su questo scottante e sempre più cruciale tema della libertà, dell’indipendenza e della sovranità  del popolo palestinese. E della pace nel Mediterraneo oreintale e nel Vicino oriente. La decisioone tureca andrebbe seguita di pari passo dalle nazioni europee ad iniziare dall’Italia, da tutta l’Unione Europea e, in Medio Oriente, dall’India,Putin dovrebbe dare una frenata ai geandi passi avviati di recente. Solo così il sionismo potrà smorzare la sua dissennata e criminale persecuzione di un popolo che, con la complicità delle amministrazioni americane, si voleva anche deportare in Sud America. La politica della follia è la stella che ancora guida Israele e i circoli sionisti che controllano le scelte delle amministrazioni degli USA.  L’Euroa deve svegliarsi, l’Europa deve affrancarsi. Non di meno il popolo statunitense. Ad iniziare dal lavaggio del cervello messo in atto da decenni dalla cinematografia contreollata dalle lobby che riforniscono Tel Aviv di denaro. – Eulà.

 

 

 

Le tappe della tensione fra Turchia e Israele: una storia lunga tre anni di “freddo diplomatico”

I problemi fra i due paesi durano dai tempi dell’offensiva “Piombo Fuso” di Tel Aviv su Gaza nel 2008-2009. Poi le incomprensioni fra Simon Peres e Erdogan e la vicenda Mavi Marmara per arrivare alla decisione di oggi di Ankara di espellere l’ambasciatore israeliano Invia a un amico Stampa Rss Condividi su Facebook

 

 Ecco le tappe che hanno portato allo scontro diplomatico fra Turchia e Israele

-2009- 30 gennaio: il premier turco Recep Tayyip Erdogan a Davos va in collera durante un dibattito con il presidente israeliano Shimon Peres su Gaza. Erdogan condanna l’operazione israeliana Piombo Fuso costata la vita a più di 1.400 palestinesi.

– 11 ottobre: l’aviazione israeliana è esclusa dagli esercizi internazionali in Turchia.

– 24 novembre: visita in Turchia del ministro del Commercio Benyamin Ben Eliezer, prima di un ministro israeliano dopo l’operazione a Gaza.

-2010- 13 gennaio: Israele è costretto a presentare le scuse dopo il trattamento umiliante inflitto all’ambasciatore turco. Il viceministro degli Afferi esteri Danny Ayalon si è rifutato di stringergli la mano, costrungendolo a sedersi su un piano più basso dei suoi interlocutori israeliani.

– 31 maggio: raid israeliano contro la Freedom Flotilla, convoglio navale che trasporta aiuti verso Gaza, che uccide nove cittadini turchi. L’assalto scatenala collera di Ankara che richiama l’ambasciatore a Tel Aviv. Erdogan accusa Israele di ave commesso “un sanguinoso massacro”.

– 4 giugno: la Turchia riduce i legami economici e di difesa con Isreale, ma non sospende la collaborazione.

– 30 giugno: a Bruxelles si incontrano il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu e quello israeliano del commercio.

– 2 luglio: il premier israeliano Benjamin Netanyahu afferma che Israele non si scuserà per l’abbordaggio alla nave turca. Il 5 Ankara minaccia la rottura e chiude lo spazio aereo ai voli militari israeliani.

– 14 ottobre: le famiglie delle vittime turche fanno ricorso alal Corte penale internazionale chiedendo l’apertura di un’inchiesta.

– 5 dicembre: a Ginevra si vedono diplomatici turchi e israeliani.

-2011 – 23 gennaio: la commissione d’inchiesta israeliana assolve Israele.

– 11 febbraio: Israele ha fatto un uso “eccessivo” della forza e calpestato il diritto internazionale, secondo l’inchiesta turca.

– 21 giugno: Netanyahu scrive a Erdogan per congratularsi della vittoria elettorale.

– 22-23 agosto: Netanyahu conferma il no di Israele alle scuse. Erp Ayalon, Tel Aviv non cederà ai “capricci” di Ankara.

– 1 settembre: Il rapporto Onu afferma che l’operazione della marina israeliana è stata “eccessiva”, ma riconosce la legalità del blocco navale di Gaza

– 2 settembre : La Turchia adotta ritorsioni contro Israele, espulsione dell’ambasciatore, sospensione dei contratti militari e ricorso alla Corte internazionale di Giustizia contro il blocco di Gaza. Il rapporto Onu è “nullo, non valido” per il presidente Abdullah Gul. Israele le ribadisce che non si scuserà e accetta “con riserva” il rapporto Onu.

 

 

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