Fonte: Corriere.com – The Canadian Ialian Daily News
Turchia: Erdogan punta il dito su bomba israeliana
Il piano “segreto” del premier consisterebbe nel porre la questione all’Onu
ANKARA – Nella crisi diplomatica fra Turchia e Israele, il premier turco Recep Tayyip Erdogan (nella foto) ha fatto trapelare che Ankara potrebbe porre a livello internazionale la questione dell’arsenale atomico israeliano. L’ipotesi è contenuta in un “piano” in elaborazione per mettere in difficoltà Israele nei consessi internazionali qualora lo Stato ebraico continui a non scusarsi per l’uccisione dei filopalestinesi turchi morti nel raid israeliano dell’anno scorso sulla Mavi Marmara (la contesa che ha portato ad una passo dalla completa rottura diplomatica fra i due Paesi).
Erdogan ha solo accennato all’esistenza di questo “Piano C”, che seguirebbe uno, detto “B”, incentrato sugli annunciati – ma non ancora ordinati – pattugliamenti navali nelle acque internazionali del Mediterraneo. Ci ha pensato però la stampa in genere meglio informata sulle attività dell’esecutivo, come il quotidiano Yeni Safak, a rivelare l’intenzione turca di far inserire nell’agenda dell’Agenzia atomica internazionale (Aiea) e dell’Onu, con richiesta di sanzioni, la questione dell’arsenale atomico israeliano mai dichiarato dallo Stato ebraico. L’obiettivo, aggiunge il giornale, è quello di mettere in luce la presunta produzione illegale di armi atomiche che prosegue mentre l’Iran è sottoposto ad ogni sorta di attenzioni internazionionali solo perché ha aspirazioni nucleari. La notazione del giornale rivela l’intezione turca di mettere in difficoltà l’ex-alleato israeliano inoltre ammiccando al vicino e nuovo amico iraniano che proprio ieri, a livello di ministero degli Esteri, ha ribadito malcontento per il recente sì di Ankara all’impianto sul suolo turco di radar dello scudo anti-missile della Nato.
La questione atomica israeliana è inoltre solo un aspetto di questo fantomatico “Piano C” che prevede anche veti in sede Nato (di cui Israele si serve pur senza farne parte come invece la Turchia), rottura totale delle relazioni diplomatiche e sanzioni economiche. Le indiscrezioni hanno fatto solo da contorno ad un fuoco di fila di Erdogan che con almeno tre ministri ha ribadito ieri la richiesta turca di scuse e indennizzi per il raid e di revoca del blocco israeliano su Gaza: