Libia e dopo Gheddafi. Con l’Italia al fianco

22 Ottobre 2011

Comuncato Eulà

 

Tripoli e Roma. Un futuro di fecondi, privilegiati legami in tutti i campi

 

L’Europa della Libertà esprime il più vivo compiacimento per la definitiva sconfitta di Muammar Gheddafi. L’epilogo della sua uccisione costituisce qualcosa di marginale che tuttavia poteva essere evitato anche per portarlo alla sbarra per rispondere di una lista sterminata di crimini quanto far luce su tanti episodi ancora ignoti, in Libia e nel resto dle mondo.
Il popolo libico ha oggi molte possibilità di rinascita civile nelle sue mani. Sono state le sue giovani generazioni a rappresentare la volontà pugnace e a porre fine al terribile regime di Gheddafi, il quale invece sperava di trovare in esse nuovo combustibile per le sue scellerate imprese. Non tutto però Gheddafi è riuscito a dilapidare, consumare e distruggere. Speriamo che il popolo libico sappia fare buon uso della riconquistata libertà al più presto e delle sue risorse naturali appetite da tanti, e che le lotte tra i non coincidenti interessi tribali siano appianate pacificamente, anche se è da tenere presente il “congelamento” e la messa sotto controllo della tribù di appartenenza della famiglia Gheddafi – vista la stessa dichiarazione rilasciata dai rappresentanti di questa tribù. Speriamo egualmente che i contrasti tra le diverse forze in campo sul piano politico, ad iniziare da quelle ad ispirazione religiosa, sappiano condurre delle competizioni leali e rispettose dei criteri di legalità e di diritto al fine di potere organizzarsi, manifestare e partecipare alle elezioni con la proclamazione di una costituzione che tuteli apertamente questi diritti fondamentali.
Ci auguriamo che il popolo libico sappia iniziare un corso di relazioni reciproche con il popolo italiano in cui scompaia qualsiasi riferimenti all’epoca buia dell’odio artificiosamente scatenato  contro l’Italia da Gheddafi e venga integralmente recuperato il passato storico di amicizia e fratellanza che affonda nella storia più antica.
Ci auguriamo che un nuovo trattato di amicizia venga scritto senza infamia e senza richiesta di fantomatici indennizzi ma con la più ferma volontà di tenersi uniti negli ideali, negli interessi e nelle eventuali non augurabili sventure quanto nelle fortune. Ci auguriamo che i governi di due popoli così legati sappiano rilanciare in via del tutto privilegiata, nel corso dei prossimi anni con grande forza propulsiva e con inesauribili energie, collaborazioni, intese, programmi di studio investimento e sviluppo in tutti i settori: dalla cultura alla sicurezza, dalla mobilità dei loro cittadini al libero commercio, dallo sfruttamento sostenibile delle fonti energetiche ad una saggia politica di salvaguardia del Mediterraneo e dell’ecosistema, e che sappiano porsi come interlocutori solidali davanti agli altri partner del mondo mediterraneo nei suoi tre versanti africano, europeo e vicio-orientale e tradurre così la loro intesa in un rapporto fecondo oltre ogni previsione, che possa essere di esempio per le altre nazioni. Ad iniziare da quelle a cui i libici e gli italiani sono fortemente legati per rapporti e vincoli storici e per visioni consimili sulla soluzione dei problemi del presente e del prossimo futuro; e da quelle che giocano nei rapporti internazionali un ruolo di grande rilievo e che nella nuova Libia potranno vedere un fattore sicuro e stabile in favore di un’auspicata maggiore stabilità delle relazioni tra le nazioni, in uno con l’Italia.