Governo. Premiata Macelleria Monti

17 Dicembre 2011

Domenico Cambareri

 

I tecnocrati dell’inferno che scorticano più dei politici. Per salvare chi?

I boiardi di Stato ancora di più all’ingrasso – Momento di eccezionale gravità per l’Italia? Ma non per banche assicurazioni e grande capitale immobiliare – Dopo il tergiversare di Monti, i grandi capitali liquidi si sono dissolti? – Un programma nebulizzato nel colpire le rendite parassitarie ma che squarta i cittadini nati nel 1952 e consegna all’inedia i giovani disoccupati – C’è IMU e IMU – La Camera dei Deputati perde il senno e lascia i lavoratori delle “finestre” in mano agli impalatori di Monti

 

Non possiamo non dire che Monti in questi giorni non abbia recepito qualche proposta e aggiustato qualche cosa nella sua manovra. Non diremmo altrimenti il vero. Quanto egli ha recepito, tuttavia, costituisce cosa grama rispetto all’insieme della manovra. Compresa la decisione ultima di mettere in vendita le nuove bande di trasmissione televisiva.
Non possiamo anche sottacere il fatto che avremmo voluto parlare con un linguaggio assolutamente diverso e avremmo voluto scrivere giudizi affatto diversi su Monti e sulla sua compagine governativa. Ma le attese le ha tramutate d’un baleno in brucianti scottature più che in disincanto. Un vero e proprio risveglio in una realtà da incubo in cui il maleficio del piano ignominioso per “salvare l’Italia” è una mostruosa summa di norme atte a realizzare a tappe forzate un iter di recessione e disoccupazione, secondo le classiche vedute degli economisti dello strizzatoio americano. Un iter pronto a ricorrere allo strumento di ogni surplus di idee del vieto capitalismo della finanza parassitaria e soffocatrice, di fronte alla quale l’Europa si dimostra imbelle e si ripiega in lotte intestine tra Merkel e Sarkozy, con la diserzione spregevole di Cameron che cerca di salvare non il lavoro e le attività finanziarie lecite del Regno Unito ma una delle fonti delle ininterrotte bolle e ruberie della finanza delinquenziale mondiale che alberga in grande stile, fatte le debite proporzioni, a Londra non meno che negli USA e che ha trascinato in precoci e gravi crisi sia la stessa Gran Bretagna che l’Irlanda.
Ma Monti non ha recepito tante altre giuste e fondate richieste avanzate da più parti. Egli ha continuato ad avventurarsi con cocciuta ostinazione, tracotante sicumera e cinica presunzione per un sentiero di deplorevole e meschina iniquità che già produce dolorose e pericolose lacerazioni e accentuata disaffezione sociale. Egli stesso, nella ripetuta contraddizione che ha fatto in più occasioni, in pochissimi giorni, di se medesimo, non solo ha sostenuto che la manovra è equa e che avesse avuto più tempo a disposizione sarebbe stata ancora più equa, ma che tutta questa iniquità che in realtà la caratterizza contiene già molti elementi strutturali. I capitomboli logici non di danno ragione però della vera realtà delle cose e del mappamondo di Monti.
Il capitan Goldman & global rating dimentica, con i suoi burosauri, che appena sino a qualche mese addietro, ad esempio, il governo ha obbligato, ad eccezione di aliquote di dirigenti o presunti tali (come ripeto da tempo, ad iniziare da certi direttori didattici maniacalmente assetati di potere legibus solutus perché galvanizzati dall’apoteosi goduta con lo spregiudicato trio Bassanini Berlinguer Brunetta e con compari maggiori e diaconi di contorno quali Ichino: masnada che sarebbe meglio appellare come le scimmie urlanti amerikane – nel gioco vanesio della loro impostura politica); il governo ha obbligato, dicevo, i dipendenti pubblici con quarant’anni di servizio ad andare in pensione e a non continuare a lavorare.
Adesso, il mostruoso piallatore di vite e di giustizia, il Monti truculento che vuol salvare l’Italia cosa fa? Introduce misure strutturali immediate. La prima? Abolire di colpo le domande di pensionamento di quanti usufruivano della “finestra” di quota 97 (vita anagrafica + vita lavorativa), dopo un percorso lavorativo precedente costellato di continue fregature normative. E dire che ad alcuni scattava anche quota 98! E’ mai credibile qualcosa di simile? Quale ottica distorta, quali lenti aberranti ci vogliono per farci ridurre ad una condizione di ebete recezione della distruzione della giustizia? E’ questo modus operandi qualificabile come eroismo e patriottismo di governo? E’ questa davvero un’operazione necessaria irrinunciabile improcrastinabile proporzionata e giusta?
Belpietro, già da alcuni giorni, ha informato i cittadini che, invece e tuttavia, veri e propri tunnel di privilegio – davanti a distruzioni che sono dei veri bombardamenti a tappeto dei lavoratori a reddito fisso, in particolare delle fasce medio-basse e basse (cioè: al di sotto dei 35000 € lordi) e non certo dei boiardi e degli ultimi arricchiti – continueranno a venire salvaguardati. Cioè: potranno andare in pensione, in deroga e in barba a questa riforma “strutturale” sparata con i missili, i dipendenti di banche e assicurazioni anche al di sotto dei limiti d’età previsti. Bene peri lavoratori che ne godranno. Ma è doveroso a questo punto chiedere a Monti se è stato chiamato da Napolitano per governare un popolo o per amministrare gli interessi di banche e assicurazioni sulla pelle dei cittadini italiani. Con quale algido e compassato distacco, con quale signorile nonchalance, con quale asettico e disinvolto cinismo da squartatore e disossatore può parlare ai cittadini italiani, in particolare ai nati del 1952, di prodigarsi in cotal modo per salvare l’Italia, il signor Monti?
Se davvero avessero adempiuto e stessero adempiendo alla “chiamata” eccezionale del governo della Nazione per la gravità dei problemi, ad iniziare da quelli finanziari, i boiardi chiamati da Monti non avrebbero dovuto innanzitutto anteporre la rinuncia alle proprie prebende pubbliche e quindi, a ruota, istantaneamente, ancor prima dei missili con cui stanno massacrando i nati del 1952 e tante altre fasce di lavoratori, giovani in testa; non avrebbero dovuto chiedere la promulgazione di un decreto con cui si abolivano i cumuli degli stipendi come burocrati dello Stato? Non avrebbero dovuto azzerare questa predonesca tradizione di legge?
E infine, con quale comprensione intellettuale, giuridica e politica questi amministratori sommi ritengono di poter attribuire un tasso di rivalutazione degli immobili triplo ai singoli cittadini rispetto a quello delle grandi proprietà societarie quali le banche e le assicurazioni?
Qui stiamo dando proprio fuori di testa. La melliflua e vellutata tracotanza va subito fermata. Prima che davvero provochi guai, davanti ai quali le accelerate e le frenate del pilotato spread della borsa sui bond italiani faccia capire definitivamente il gioco sporchissimo delle impuni agenzie di rating, veri e propri ricattatori e taglieggiatori internazionali legalizzati. E prima che si aspettano le calende per conoscere le misure di rilancio della crescita con cui si riempie la bocca tutto questo esecutivo. Da qui ad allora, cosa ancora potrà succedere, se Berlusconi e Bersani non hanno avuto il coraggio di sporcarsi le mani in prima persona, con un esecutivo politico che aveva e avrebbe ancora l’onere di guidare il Paese fino alle elezioni? A che pro lasciarci nelle mano dei tecnocrati dell’inferno, se costoro sono ancor più ingrassati e garantiti dai partiti che ci hanno portato a queste grame condizioni?