Politica interna. Marce funebri e tamburi di guerra

26 Maggio 2012

riproposto il 1° Giugno 2012

Domenico Cambareri

 

Predizioni errate e perniciose che sospingono il Paese verso lo sconquasso sociale.

Funesta Fornero, funesto Monti

Monti all’ultimo giro di boa. – Spending review e controassicurazioni del sistema partitocratico. – Chi paga per le riforme distruttive della Fornero? –  Un Paese sull’orlo del collasso psicologico ma non della fine della coesione sociale. – Disequitalia tasse e affamamento degli emarginati. – Esodati “esondati” e licenziati: la pensione va in paradiso? – Ceti medi pubblici e privati: dopo l’apnea c’è l’annegamento. – D’Alema baffetto elettrico, Silvio, Bassanini e scagnozzi: continua l’orgia delle “dirigenze” con il bacio in fronte di Bossi bossolo fuso e dei cerebroemarginati terun de l’osti. – Quando si porrà fine alle  fughe di capitali in Svizzera? – Italia Europa e società di rating: cacciare subito  i falsificatori e ricattatori internazionali. – Cosa vorranno fare Merkel e Hollande, i lustrascarpe di Wall Street?

 

L’andamento dell’azione del governo Monti risulta sempre più diversificato e divaricato nei contenuti e nei giudizi che ne conseguono. Delle linee e scelte più o meno condivisibili vengono fatte annegare in un fondo di scuri e perigliosi marosi, alla faccia del tanto decantato contesto d’insieme e della rivendicata e inventata organicità d’azione o, se si vuole, dell’approccio sistemico e di alta expertise professionale.
La realtà dell’azione di governo, siamo costretti a verificare nostro malgrado con tutta la buona disponibilità d’animo possibile e senza ostentare né nutrire prevenzioni di base, è una strettissima cruna in cui le responsabilità a monte e le scelte ideologiche dello stesso governo Monti riportano al nostro non più buono ma ben guasto Silvio (scelte che stanno oggi dietro paraventi di vetro e che ieri venivano sistematicamente mimetizzate entro un approccio propagandistico di segno affatto diverso, che ingeneravano diffusa credibilità e oneste e non meno diffuse adesioni) . E mentre Silvio torna con le panzane di riforme costituzionali, riforme oggi inattuabili come ben sa, e con la sua disponibilità a farsi candidare per la poltrona del Quirinale (cosa che platealmente porta a silurare la stessa riforma alla “francese” da lui comicamente proposta), Monti vivacchia entro un quadro politico di desolazione di distruzione. I partiti maggiori, per eredità ideale diretta e per pratica ininterrotta creatori e responsabili unici di quello che chiamano essi stessi “antipolitica” (ce ne vuole!), sono i macabri chiosatori degli epitaffi di una un quadro di degenerazione e di corruttela partitocratica in cui sin dal primo momento della sua sciagurata nascita risulta iscritta la Lega delle accolite auto – emarginate dei terun de l’osti con fiasca di grappa in bocca e arrugginito schioppo lungo e duro in spalla.
Tra i problemi che destano la nostra preoccupazione continua a svolgere un ruolo centrale l‘azione politica pseudo – riformatrice nell’ambito della chimerica crescita e del rilancio della produttività e dei connessi temi del lavoro e delle ricadute sociali. Mentre Passera ha un che bel dire che ancora tale rimane, ossia privo di effetti concreti in termini di ravvivamento della crescita e di battuta d’arresto della generalizzata fase depressiva, privo di ampi effetti sulla politica dell’innovazione e sul rilancio dell’export, la Fornero continua a tenere banco nei modi più tralignanti.
Questo ministro del Lavoro continua a far lambiccare a vuoto il cervello di chi inopinatamente le dà ancora credibilità nell’idea di essere riuscita non tanto a far la quadra, come suole dirsi, ma addirittura di avere risolto il problema della quadratura del cerchio.
Questo ministro con dei tratti di penna ha vulnerato tutta un’intera cornice giuridica volta a garantire la sicurezza del rapporto lavorativo e la sicurezza della quiescenza e avviato l’azione di governo verso una condizione di sfruttamento generalizzato e “sistemico” che risulta davvero scandalosa e inconcepibile nelle politiche intracomunitarie. Con lo squallido e inveritiero escamotage del prolungamento repentino e accentuato della vita lavorativa – in particolare di chi ne aveva già acquisito o stava per acquisirne il diritto – e con lo stravolgimento della vita individuale e familiare di alcune decine di migliaia di casi, non solo ha imposto di lavorare a chi non sentiva più per i motivi più disparati e validi di continuare a rimanere nel ciclo lavorativo (chissà con quale reale apporto qualitativo), ma ha giustificato ciò anche per realizzare una fantomatica politica a difesa del lavoro giovanile e delle future prospettive per le nuove generazioni. Ha dimenticato però di dire che il blocco del turn over che sussiste nell’apparato pubblico abbinato alla contrazione dei posti di lavori che in esso effettivamente già avviene e ancora di più inarrestabilmente avverrà per molteplici cause ad iniziare da quella del ruolo massiccio che svolge e svolgerà l’informatica nella pubblica amministrazione, che tutto ciò assieme alle misure inique, punitive e sadiche da lei assunte – come l’applicazione di comodo della quota 96 con il trucco dello sgambetto – determina già e determinerà un prolungato effetto di “indisponibilità”, di chiusura pressoché totale di nuovi posti di lavoro. Alla faccia dei giovani, viva le funamboliche deprimenti, depressive e soffocanti politiche del lavoro (!) della Fornero che non dà caramelle ma tappa il naso dei lavoratori e li obbliga a trangugiare miscele malsane? Altro che lacrime e sangue.
Non ci è dato a sapere attraverso quale marchingegno la Fornero possa risolvere questa patente contraddizione che così tanti squilibri sociali e generazionali sta facendo lievitare a dismisura.
Il ministro del lavoro,ossia la protagonista principe della quintessenza dei nuovi e dei prossimi fallimenti, per imporre il non lavoro o il lavoro secondo il suo schema di sacche di sopravvissuti e di sacche di sopravvenienti, in base alle sue ultime ciniche e assurde anticipazioni, pare che a questo punto voglia risolvere la mostruosità da lei creata con una tecnica allucinante, se stiamo venendo a interpretare correttamente il suo pensiero. E cioè: continuare a procedere nel privato e dare l’avvio anche nel pubblico attraverso il sistema degli esodati: i lavoratori a cui ha prolungato l’età lavorativa e che non ha mandato e non manda in pensione, semplicemente non verranno retribuiti, saranno licenziati e licenziabili e privati di copertura pensionistica per anni affinché nel fantasioso e malato mondo della sua prospettiva multi flessibile possano cercare lavoro e ricollocarsi nel migliore dei modi, arricchendo il loro profilo professionale e le tasche delle pompe funebri. D’altronde, è pur vero, come ha ricordato in uno dei suoi illuminanti articoli Enea Franza ai lettori, che anche l’attività mortuaria concorre al calcolo dell’accrescimento del prodotto interno, cioè del Pil. In una scelta politica di governo, non so cosa possa significare tutto questo e se da ciò consegua direttamente una istigazione politica al suicidio, cosa che già avviene nelle dinamiche quotidiane e nelle tragedie lavorative italiane, in uno con gli imprenditori strangolati da politici cravattari che a parole continuano a dire di volere etc … etc … e che nei fatti faranno attendere ancora per un anno (nella più ottimistica prospettiva) gli imprenditori e tutti i cittadini in generale per avere rimborsati i crediti che vantano dalla pubbliche amministrazioni.
Cose che fanno ridere amaramente sono anche l’idea di far pagare in base al reddito le prestazioni mediche del s.s.n. e i farmaci, senza alcuna precisazione di fondo, doverosa, sommamente doverosa da dare subito: quali fasce di reddito? Quelle fra i trenta e i cinquantamila euro o al di sopra dei cinquanta milioni di reddito individuale? Quali cittadini pagheranno di più in base alla fasce di reddito: anche quelli che, affetti da malattie non riconosciute dal s.s.n. o parzialmente riconosciute, pagano già di tasca loro visite mediche, cure e farmaci, comprese le vitamine essenziali per la loro salute?
Il contesto di degenerazione politica non si è affatto fermato. La locomotiva impazzita non sta trovando in Monti il macchinista adeguato. Egli continua a far viaggiare la macchina solo in funzione della difesa dei profitti dei padroni del vapore, ossia per essere espliciti dei grandi speculatori finanziari e immobiliari e neppure conclude, per quanto ci è dato a sapere, gli accordi con la Svizzera per riportare i capitali in Italia e bloccarne l’ulteriore fuga.
E’ davvero giunto il momento di chiedere il redde rationem di tutto questo al formidabile duo Monti – Fornero. E di fermare le marce funebri che in tutta Italia quasi tutti i giorni si snodano. Un segno preciso e inequivocabile affinché i partiti che lo sorreggono capiscano che venti di guerra e tamburi di guerra si apprestano nel fosco orizzonte. Un orizzonte che lega i fallimenti interni alle imprevidenze e alle possibili sciagure internazionali specie in materia di autonomia energetica nel medio periodo. E alle scelte infauste dettate nell’ambito degli obiettivi strategici in politica industriale e nel non perseguimento di finalità paganti nell’alta tecnologia , la più sicura e duratura produttrice di posti di lavoro e di ricchezza, che innesca ricadute a cascata. Su tutto questo, il ministro della difesa e gli apparati di ricerca e industriali sono costretti ad invertire la rotta e a procedere su riduzioni che determineranno altre contrazioni e altre cadute.
E’ giunto il tempo di fermarli. Senza di loro, il divario tra i bund si assesterà non di meno. L’importante è far prendere atto alle società di rating che non si capitola e che le si deve portare a trattare sul proprio terreno. Che è quello che, con mirate e immediate leggi dell’Unione Europea ai fini di una urgente protezione finanziaria degli interessi degli Stati che la costituiscono, si sospenda a tempo indefinito ogni forma di ricorso ad ogni loro attività e non si riconosca, all’interno dell’Unione Europea e nelle sedi internazionali a cui essa partecipa, ai loro documenti e alle loro declaration alcun valore. Ne dovrebbero prendere nota definitiva e farla propria sia la Merkel che il neo presidente francese. Azzerare il ruolo delle società di speculazione e di controllo (!) finanziario. Così come è da azzerare subito in Italia il mortifero appestamento arrecato dalle esiziali scelte di Fornero ministra azzeccagarbugli indefessa senza tregua e senza tema e la totale copertura ad essa fornita da Monti.
Davanti a questi temi unificanti interessi e volontà della stragrande maggioranza degli italiani al di là dalle divisioni partitiche (interessate), poca cosa conterà una nuova strategia della tensione. Anche se in piena crisi, questa non è più l’Italia degli assi sessanta – ottanta. Questa non è più l’Europa degli anni sessanta – ottanta. Esse possono ancora fermare lo smantellamento generalizzato dello stato sociale e l‘adozione acritica e perniciosa di un ultraliberismo speculativo che arreca falcidie senza fine.
 

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