Lavoro, giovani, società. Disastro sociale e cassa infernale. Ecco il lascito del duo Monti – Fornero

12 Settembre 2012

Domenico Cambareri

 

Finanza, economia, lavoro. E’ tutta una carnevalata

Disastro sociale e cassa infernale. Ecco il lascito del duo Monti – Fornero

Le scimmie che ci governano e l’infame trabocchetto – Blocco dei pensionamenti, allungamento dell’età lavorativa e blocco del turnover. – Revisione degli organici loro contrazione e mobilità forzata. – Contrazione del mercato del lavoro e disoccupazione: la falsa illusione della mobilità. – Balle e magheggi: quanti ministri si peparano alle prossime elezioni, sulla pelle dei lavoratori?

L’insieme di queste “robuste” e interagenti misure negative costituisce fonte addizionale del già accentuato, radicale e proibitivo squilibrio socioeconomico dovuto al perdurare della crisi internazionale e alle criticità endogene del sistema interno, che aggraverà le reali condizione della popolazione davanti al fotofinish del governo Monti oltre ogni condizione gestibile?

L’accordo con la Svizzera per i capital fuggiti e i capital fuggenti, come non ci stanchiamo di ricordare, langue. Perché e a pro di chi, Mario? A pro di quali lavoratori, indefessa Fornero che strizzi l’occhio a chi ci fa fessi?

 

 

                                                                        Fornero la dritta? Fornero la furba?
                                                                    Eppure ce le impone tutte inique e storte.
Alcuni giorni addietro, abbiamo assistito a delle uscite, peraltro sempre più frequenti quanto infondate, di alcuni ministri in merito a quanto il governo sta per fare, ad esempio in riferimento al rilancio della produttività e dell’occupazione, o a quello dell’abbattimento della pressione fiscale. Si sono distinti il sottosegretario Catricalà e, soprattutto, Passera (dapprima più defilato rispetto a simili esternazioni) e la sempre spumeggiante Fornero. Ministro, quest’ultima, che ne spara sempre di più grosse e contraddittorie, senza avere più alcun pubblico pudore di valutare la portata e l’impatto delle dichiarazioni che rilascia.
Desolante e comica al tempo stesso è stata la dichiarazione che aveva rilasciato questa ministra, con accanto il segretario della Cisl, che le reggeva il moccolo in maniera davvero misera, a proposito dell’impulso che dovrà essere dato alle concrete prospettive del lavoro giovanile. Un segretario generale del più potente sindacato pubblico e il secondo del Paese che si schiaccia in un “speriamo che”, pur sapendo limpidamente che le parole della Fornero erano nient’altro che vieta demagogia.

 

                                                                                   Sorniona e cinica.
                                                                                      Chi la supera?
Questo ministro pseudo tecnico di un governo politico di decompressione istituzionale – e non un “governo tecnico” – ha imposto con una tracotante ferocia, come tutti ricorderanno, il repentino cambio della legislazione in materia di pensionamento. Come qualche componente della compagine governativa ha poi avuto modo di precisare, il governo, trascinato tra i marosi impazziti del fanatismo fanta tragico e salvifico di Monti e della furia devastatrice della Fornero, non è andato giù per il sottile.
Non è andato giù per il sottile. Il che significa che ha fatto innanzitutto scempio della certezza delle leggi, dei diritti di tutti i lavoratori e della quasi totalità del popolo italiano (comprese le fasce dei ricchi), avendo messo alla base delle sue scelte unilaterali opzioni su cui ha impostato la feroce e terribile politica di tagli lineari (di fronte alla quale quella di Tremonti risulta cosa marginale) che hanno interamente salvaguardato gli interessi speculativi del grande capitale mobile e immobiliare, espressione degli “agiati”, che sono quelli che incidono in termini prevalenti sulle disastrate finanze pubbliche. Inoltre, con le misure imposte in campo pensionistico – bloccando repentinamente i lavoratori che stavano per presentare domanda di quiescenza, cosa con cui a suo dire ha salvato l’economia e le finanze dello Stato (!), balordaggine politicamente insulsa e moralmente criminosa – il duo Monti – Fornero ha aperto nuovi scenari di compressione sociale davvero al di fuori di ogni pur negativa previsione.
Essi si sono manifestati non appena la pressoché completa parificazione tra lavoratori pubblici e lavoratori privati è stata raggiunta, quale risultato di un sistematico, ventennale attacco distruttivo portato avanti dal bossolo fuso di Bossi e dalla Legaterronia, su cui si sono accodati tutti, ad iniziare da coloro che hanno sempre utilizzato l’apparato pubblico e per non migliorarne l’efficienza e non in funzione degli interessi generali ma per quelli di bottega (cortigiani e clientele). Per cui, in queste settimane gli italiani stanno cominciando a capire il reale significato dell’operazione realizzata da Monti e Fornero, ancora una volta a vantaggio del re di Prussia.
Prima di andare a precisare cosa in realtà è avvenuto, di cui alcuni aspetti li abbiamo presentati in precedenti articoli, è bene ribadire che tutto questo è stato spacciato come condizione necessaria atta a salvare le finanze pubbliche (!) e a dare una risposta precisa a quanto ci chiedevano l’Europa e in primis la Germania (!). Confermata dallo stesso governo la pretestuosa falsità delle sue decisioni circa l’esigenza di applicare il feroce metodo del letto di Procuste per recuperare soldi (da alcune decine di migliaia di lavoratori che sarebbero andati in pensione con quota 96 e poi con quota 97); dimostrata la condizione di esaltato impazzimento che ha guidato e guida questa compagine ultraliberista con l’imporre una nuova legge che porterà la nuova età della vita lavorativa in Italia in seconda o terza posizione UE – stravolgendo e non considerando per nulla le condizioni di fragilità e di grande ritardo interno (è come voler far fare a un tranquillo ronzino da calesse gare riservate ai migliori velocisti in carriera) – cosa per nulla richieste dalla Germania e dall’UE, vediamo cosa ne consegue.

 

                                                                                  Che sfidante, saputona
                                                                              comprensiva e ingannatrice!

 

Da un lato, Fornero ha bloccato il passaggio alla quiescenza dei pensionandi in modo brutale (è quasi un eufemismo, per i danni oggettivamente arrecati a costoro con malvagio cinismo) ed ha allungato il periodo della vita lavorativa tutta d’un botto. Perché lavorare più a lungo dovrebbe significare salvaguardare l’apparato produttivo con il migliorare i livelli e la durata della produttività individuale e complessiva. Per cui, ripetiamo, ha imposto a chi voleva andare in pensione e a chi ci sarebbe voluto andare nei prossimi anni di rimanere nel ciclo lavorativo.
Dall’altro lato – ed ecco qui il trabocchetto infame – con la revisione delle spese della macchina dello Stato e con quella susseguente della revisione e contrazione degli organici in tutti i settori (si è iniziato da dieci anni con la scuola, adesso all’improvviso si sta aprendo anche il capitolo delle forze di polizia ), ha partorito il deflagrante capitolo lavorativo e sociale dei “sovraorganici” e della mobilità.
Risulta evidente il trabocchetto e il misfatto infami del duo Monti – Fornero, che da un lato vieta il pensionamento a chi ne ha i requisiti (non con la loro “legge”), dall’altro, impone la mobilità per due anni e dopo il licenziamento. Mentre, in questi ultimi giorni, questo pittoresco e strambo personaggio politico che è Fornero, ripete in tutte le salse che il governo è con i lavoratori e che non li abbandona: li assiste (come?) ma non gli ridà il lavoro.
Fermo restando il fatto che le parole mobilità e libero mercato del lavoro in Italia oggi sono termini, nella ricerca di un’accezione positiva, senza senso e scatole vuote, la scena che ci si presenta è davvero grottesca. Contraddittoria. Subdola. Dolorosa.
Il correlativo capitolo inflattivo avviato dall’azione del governo nel settore produttivo e in quello del commercio diventa un moltiplicatore infrenabile, per cui il riflusso del sistema Italia diventa ogni giorno più pericoloso e la fragilità della sopravvivenza economica delle famiglie si espande.
Le scimmie che ci governano, con la semplice adozione per irrazionale ed esaltata imitazione di strumenti affatto delicati e specifici soprattutto (non tanto e non solo) di un contesto spiccatamente liberista (e anticostituzionale), che ineriscono appunto alla mobilità lavorativa, così hanno obbligato e obbligano le persone che potrebbero, vorrebbero e dovrebbero continuare a rimanere nel ciclo produttivo a lasciare e a cercare ventura (dove? in Germania? per fare cosa?) o a diventare disoccupate.
E’ da considerare ciò come un marginale e irrilevante aspetto distorsivo della legge Fornero sulla realtà lavorativa e sociale? Oppure è un disastro sociale?

 

 

                                                                                In realtà, ci aveva promesso
                                                                           piagnistei. Ci lascia lacrime e sangue.
                                                                             Perché siamo così jellati con una
                                                                              tale super star dell’ingiustizia?
                                                                          E’ il volto nascosto di Mario Monti?
L’insieme di queste “robuste” e interagenti misure negative costituisce fonte addizionale del già accentuato, radicale e proibitivo squilibrio socioeconomico dovuto al perdurare della crisi internazionale e alle criticità endogene del sistema interno, che aggraverà le reali condizione della popolazione davanti al fotofinish del governo Monti oltre ogni condizione gestibile? Ovvero esse sono da considerare come ineliminabili misure infrastrutturali che andavano assunte con drastica determinazione in modo simultaneo e non spalmate nel corso di almeno tre – cinque anni da questo governo dell’aziendalismo finanziario? Sono esse che hanno salvato la borsa dello Stato o sono meri succedanei e surrogati, nei fatti del tutto insignificanti, che sono serviti al cinismo di ministri che non guardavano per il sottile pur di assumere misure strumentali, demagogico-patriottarde finalizzate alla salvaguardia delle grandi rendite speculative?
Inoltre, se il blocco delle uscite pensionistiche ante 2011 e la drastica contrazione degli organici sono stati affiancati da un ininterrotto blocco del ricambio dei lavoratori o turnover e dal mettere alla porta quelli in sovra organico , cosa sta accadendo e cosa accadrà ai giovani come ulteriore conseguenza? Sia a quelli assunti nel mercato del lavoro mobile con contratti temporanei sia a quelli in prima occupazione con contratto a tempo indeterminato? E che sta accendo e che accadrà a chi è in cerca di una prima occupazione, in particolare i laureati (siamo sempre gli ultimi nella percentuale dei laureati a livello di “primo mondo”, da noi i laureati hanno minori possibilità di sfruttare appieno ai fini lavorativi il loro titolo, i laureati – tranne le sacche di privilegio – sono i meno pagati, scuola docet, in modo esemplare)? I dati della disoccupazione giovanile parlano da soli. Si arriva, nella disaggregazione delle cifre, a punte del 35%. A tutto questo, non possono essere una risposta i micro concorsi per i precari della scuola banditi da un ministro che non può sopperire ad errori di altri così colossali, generali e perduranti.
Che senso hanno allora le ulteriori farneticazioni che il governo mette in giro senza interruzione in questi giorni? Sono l’edulcorato consenso alle balle del banditore di balle Casincasotto? E intanto, l’accordo con la Svizzera per i capital fuggiti e i capital fuggenti, come non ci stanchiamo di ricordare, langue. Perché e a pro di chi, Mario? A pro di quali lavoratori, indefessa Fornero che strizzi l’occhio a chi ci fa fessi?

 

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