Il nuovo decisionismo dell’Eliseo fa impallidire Monti e impazzire la smargiassa Fornero

08 Agosto 2012

Marco Du Marteau

 

Il piccolo Hollande: non solo parole

 

 

Riceviamo dall’amico Du Marteau questa breve nota su alcune delle più importanti decisioni assunte dal neo presidente francese. Mal ne colga a Berlusconi nel non avere intrapreso una strada simile e avere scudato gli attrezzatissimi speculatori gli straricchi e gli apparati burocratici, tradendo di giorno in giorno le promesse su cui aveva edificato la sua fortuna elettorale. Ma nel colga a parassiti mummificati della politica come il baffetto elettrico di D’Alema che vive ancora nei meandri dei palazzi, quel D’Alema maestro dello stiletto che aveva trasformato l’Italia in una democrazia delle cariche e degli organismi, dei tavoli di concertazione plurimi e  delle condecisioni mai assunte che hanno paralizzato e divorato economicamenre e politicamente il Paese, facendo prosperare sino a tutt’oggi il parassitismo illimitato degli apparati partitici,  burocratici e paraburocratici.

Vedremo quali saranno le altre decisioni di Hollande. Non possiamon non rallegrarci di quanto il neo presidente francese ha deciso, con un parlamento che non potrà non essere apertamente e totalmente consenziente.

Rimangono aperto gli scottanti temi della politica estera. Qui siamo a livelli di scelta su modelli di concezioni politiche complessive sul ruolo di sovranità che spetta esercitare agli Stati, specie in ambito finanziario: una scelta di modello di civiltà.  Siamo purtroppo certi che a Hollande mancano la visione, la forza e la profondità culturale per innescare con la cancelliera tedesca una radicale inversione di tendenza in grado di coinvolgee l’Europa, non pochi statunitensi e altri, non pochi,  soggetti politci a livello planetario. Su questo piano, purtroppo la Francia – come dimostrano le posizioni di Hollande in merito alla crisi siriana – rimarrà al seguito della politica delle amministrazioni USA. Non di meno la Germania. Non parliamo poi del Regno Unito e dell’Italia. Povera Europa.

Per intanto, ben venga quanto ha deciso Hollande. E’ un forte e chiaro segnale a salvaguardia degli equilibri sociali, di una concreta realizzazione dell’equità, e del rilancio economico. Ma di tutto questo Monti e Fornero che ne faranno? Salse per condire le succulente pietanze della speculazione dei grandi finanzieri e investitori italiani, e del ristretto numero dei super ricchi. Per non parre della difesa ad oltranza, nei crudi dati, degli apparati dei boiardi di Stato e di una dirigenza pubblica inefficiente corriva e lautamente pagata che davvero dovrebbe ritornare alle retribuzioni in valore costante di fine anni ottanta.  – Domenico Cambareri

Ecco cosa ha fatto Hollande (non parole, fatti….) in 56 giorni di governo: ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all’asta; il ricavato va al fondo welfare da distribuire alle regioni con il più alto numero di centri urbani con periferie dissestate.
 Ha fatto inviare un documento (dodici righe) a tutti gli enti statali dipendenti dall’amministrazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoriamente gli alti funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è stupido, o è disonesto. La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”. Touchè.
Via con le Peugeot e le Citroen. 345 milioni di euro risparmiati subito, spostati per creare (apertura il 15 agosto 2012) 175 istituti di ricerca scientifica avanzata ad alta tecnologia assumendo 2.560 giovani scienziati disoccupati “per aumentare la competitività e la produttività della nazione”. Ha abolito il concetto di scudo fiscale (definito “socialmente immorale”) e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno. Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal compact) senza intaccare il bilancio di un euro ha assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e poi altri 12.500 dal 1 settembre come insegnanti nella pubblica istruzione.
Ha sottratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi di euro che finanziavano licei privati esclusivi, e ha varato (con quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture nazionali. Ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un dispositivo che consente di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come cooperativa e apra una libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati iscritti alla lista dei disoccupati oppure cassintegrati, in modo tale da far risparmiare soldi della spesa pubblica, dare un minimo contributo all’occupazione e rilanciare dei nuovi status sociale. Ha abolito tutti i sussidi governativi a riviste, rivistucole, fondazioni, e case editrici, sostituite da comitati di “imprenditori statali” che finanziano aziende culturali sulla base di presentazione di piani business legati a strategie di mercato avanzate. Ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche una scelta (non imposizione): chi offre crediti agevolati ad aziende che producono merci francesi riceve agevolazioni fiscali, chi offre strumenti finanziari paga una tassa supplementare: prendere o lasciare. Ha decurtato del 25% lo stipendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno. Con quella cifra (circa 4 miliardi di euro) ha istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a “donne mamme singole” in condizioni finanziarie disagiate uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque anni, finchè il bambino non va alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande.
Il tutto senza toccare il pareggio di bilancio. Risultato: ma guarda un po’ SURPRISE!! Lo spread con i bund tedeschi è sceso, per magia. E’ arrivato a 101 (da noi viaggia intorno a 470). L’inflazione non è salita. La competitività re la produttività nazionale è aumentata nel mese di giugno per la prima volta da tre anni a questa parte. Hollande è un genio dell’economia?