Considerazioni sulla difesa dagli incendi. Ecco le logiche che rispondono a interessi neoliberisti

17 Agosto 2012

Giuseppe Turrisi

 

Quando non si fanno politiche keynesiane inevitabilmente arrivano le politiche neo-mafiose

 

Il neo liberismo, che è la mano destra del potere finanziario (la mano sinistra è la moneta debito privata prestata a strozzo), costringe gli stati, oltre che ad essere delle SPA e quindi a ragionare in termini di bilancio e produzione (cosa già di per se folle), ad essere snelli. Quando si snellisce troppo lo stato, oltre ad avere meno servizi e sempre più scadenti, perché i migliori passano al privato che pensa solo al suo profitto, viene meno anche il servizio della giustizia, che per costituzione dovrebbe essere un potere libero ed indipendente (anche questa è una favola che regge forse fino alla terza media, dopo di che si comprende benissimo che la magistratura, con tutte le eccezioni del caso, oltre ad avere una buona dose di coloratura politica, di fatto gestisce giustizia al pari di una industria in virtù di quanti finanziamenti arrivano, e gestisce priorità in virtù di cosa?). Qui si aprirebbe un lungo elenco sulle priorità delle cause, citiamone alcune: per amicizia, per livello di ricchezza, per chi prende l’avvocato più bravo, per chi arriva primo, per il faldone più alto nella pila, per l’amico che sposta il faldone sempre più in basso per far maturare la prescrizione, per tenerlo in caldo da usare ad orologeria quando serve, ecc …: l’elenco è lungo. Ma ciò ci fa capire una cosa: se la giustizia non ha denaro quasi illimitato, non può essere certa, e, conoscendo la natura umana, inevitabilmente in assenza di risorse illimitata, escono fuori tutte le possibili storture del sistema della giustizia che di fatto si adegua al sistema dominante, o per complicità o per minima resistenza. Una giustizia limitata dal neoliberismo che è una cultura economica folle che dove è stata applicata (Argentina) ha portato solo danni enormi che di fatto costringe lo stato a contingentare le risorse alle strutture fondamentali di uno stato come l’istruzione, come la sanità e la giustizia. Del resto, un popolo ignorante è più facile da gestire,. Un popolo ignorante è il miglior pagatore per tasse e strutture sanitarie private, un popolo ignorante non ha bisogno di giustizia perché sopporta meglio le soverchierie. Il neo liberismo, infatti, prima che una teoria economica, è una teoria sociale, poiché riformula il quadro della società vedendo il mondo come una industria da cui il finanziere può trarre profitto, e tutto ciò che non è utile (si intende al suo sistema) si scarta e muore. L’umanità deve essere istruita per quel che basta per collocarsi nel posticino che l’industria del mondo gli ha prefissato, e questo posticino potrebbe cambiare anche ogni sei mesi e sei non sei all’altezza di cambiare il posticino non servi al sistema (“che monotonia il posto fisso”, oppure “il lavoro non è un diritto”), negli anni settanta per molto, molto meno sarebbe successo di tutto, oggi abbiamo dei timidi sindacati (“comprati” e di sistema) che pretendono di essere per legge “maggiormente rappresentativi” dicono al massimo “birichina non lo dovevi dire”. Ma il peggio magari fosse solo questo: c’è un tessuto di lavoro “diciamo legale” che nasce sulla sponte del “neoliberismo” della libertà di impresa che ha dell’osceno, del criminale, del blasfemo, non so più cosa dire, e certi professori che”professano” il neoliberismo proprio come una religione che ci hanno imposto di seguire, dicono che le politiche keynesiaane di uno stato sono blasfeme (che magari sistemerebbe scuole, ospedali, strade, ecc).
Perché affermo questo? Perché sembra che ci sia una industria dell’incendio, molto ben organizzata, che ha superato di gran lunga sia il pastore che per avere un po’ di erba fresca incendiava il campo, sia il forestale stagionale che per essere assunto incendiava il bosco. No, c’è molto di più strutturato ed organizzato. Naturalmente i telegiornali continuano a parlare di autocombustione del vetro con la paglia, magari invece c’è il solito imbecille criminale (da mandare sulla sedia elettrica senza processo) che continua a buttare la cicca accesa sulla autostrada perché se la spegne nella macchina gli rimane la puzza di sigaretta.
Andiamo all’industria degli incendi. Se cominciate a mettere insieme alcuni dati, il quadro si chiarifica subito. L’Europa finanzia tramite le regioni i progetti per i rimboscamenti, i progetti sono gestiti dai politici locali che sono eletti con voti locali che sono posti di lavoro, affittare un Canadair costa 2500 euro l’ora, comprare un Canadair costa 19milioni di euro, comprare la il carburante costa 5 euro litro, affittare e parcare gli aerei costa. Con tutti questo denaro potenziale, con tutti questa gestione di potere e soldi e soprattutto con la paura del fuoco … è chiaro che i boschi si incendiano per autocombustione. Ora, anche il neoliberista (leggasi anche leghista) più ottuso capirebbe che con 19 milioni di euro pagati con le tasse del popolo italiano (per un solo aereo Canadair comprato dall’impresa privata che guadagna da sola detenendo il brevetto di costruzione) si potrebbero pagare non so quanti stipendi di forestali e guarda boschi, che lascerebbero i loro stipendi sul territorio italiano. Tutto questo fa crescere il PIL immediatamente, una pineta prima che cresce ci vogliono minimo 50 anni, per il neoliberismo tutto ok tutto regolare, mentre quegli illusi dei keynesiani si sarebbero solo limitati a fare pulizia dei boschi, sistemazione idrogeologia, controllo dei boschi e rimboschimento dove serviva. Ma non si possono pagare stipendi senza produrre profitto e PIL, è un peccato “capitale” per i neoliberisti (e qualche leghista poveretto), ma sopratutto per il banchiere usuraio che ci guadagna poco o niente “solo a fare manutenzione”, si guadagna molto di più distruggendo e ricostruendo tutto. La filosofia di fondo è sempre la stessa, sia che la si applichi alla macroeconomia sia che la si impieghi alla piccola economia, vale sia per l’economia di uno stato sia per l’economia di una piccola azienda. Distruggere e ricostruire, tutto il resto come per esempio pace dignità, storia cultura non importa. (Iraq, Libia, Siria, Grecia, Italia) Spiace per un po’ di leghisti che programmati come sono a produrre per il padrone non sanno vedere altro sopratutto in un pianeta che, pieno di immondizia, non serve produrre, produrre non importa cosa ma produrre, perché così si fa il gioco di chi ti fa vedere il cartellino del PIL, più si produce più gira denaro usuraio.
Serve una nuova economia della “decrescita” che significa produrre quello che serve quando serve e dove serve (il più possibile) per razionalizzare il rifiuto alla fonte, per razionalizzare l’energia alla fonte, per razionalizzare il lavoro alla fonte, per razionalizzare il denaro alla fonte. La cultura del km zero è una cosa seria e non è solo limitata al prodotto locale da acquistare, c’è dietro un concetto molto più ampio e lo ripetiamo, anche se chi è stato programmato da anni alla logica (lavoro, produco guadagno, compro e così mi sento potente e libero) è difficile da riprogrammare. La nuova logica che può distruggere il neoliberismo è: “Produrre solo quello che serve, quando dove serve, con la moneta locale che serve”. Se questa frase fosse veramente capita farebbe tremare i polsi ai banchieri centrali e ai globalisti neoliberisti. In oltre c’è la politica della “R” da affiancare: razionalizzare, riciclare, riorganizzare, recuperare, riutilizzare, ridurre il consumo energetico, responsabilizzare, radicare al territorio, restituire identità, riaffermare l’identità civica e territoriale, rinascere umanamente, riprendersi la sovranità.