1943.L’illusione della vittoria per nacondere sino a oggi la disfatta peggiore. Scoprire quanti servi e corrotti abbiamo avuto in casa

25 Luglio 2013

Gianfredo Ruggiero – “Exacalibur” Varese

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25 Luglio – 8 Settembre 1943

Le date della svolta

Il defenestramento e il sequesto del capo del governo e duce, la ridicola e tragica illusione di tradire per convenienza. Un armisitizio mai esistito: ci fu resa senza condizioni,  una sanguinosa guerra sul territorio nazionale con il coinvolgimento delle popolazioni civili e … fu … marchio indelebile di tradimento e … liberazione … per animi asserviti, nello strazio della Patria, che perdura sino ad oggi. Sotto la gogna della disossatrice mafia politica e partitocratica

 

 

 

 
 
 
 
Il 1943 può essere definito come l’anno delle peggiori illusioni. Si illusero i congiurati del gran consiglio del fascismo di salvare il regime sacrificando Mussolini; si illusero il re e Badoglio di tradire l’alleato senza pagare dazio; si illusero in parte i ragazzi di Salò nell’impari compito di difendere l’onore d’Italia e il suolo della Patria giacché, in una partita diventata così articolata e complessa ma soprattutto condita di tradimenti e di ricatti, si trovarono a dover combattere i propri fratelli, schierati a sud dal dapprima scompaginato regio esercito, che procedette non di meno con il pugno di ferro e senza alcuna umanità nei confronti dei renitenti. Si illusero i partigiani comunisti di sostituire a suon di assassinii mirati, agguati e stragi la dittatura all’ “acqua di rosa” fascista con quella del proletariato (cioè del totalitarismo staliniano) sperando di trasformare l’Italia una repubblica sovietica e si ritrovarono, invece, a sostenere la monarchia e l’occupante anglo-americano con le terribili violenze sessuali dei marocchini dell’esercito gollista contro l’inerme popolazione civile a Cassino (migliaia e migliaia di casi, su cui hanno fatto definitivamente luce i convegni internazionali di storia militare), dopo che i bombardieri USA avevano raso al suolo il grande monastero. Si illusero infine gli italiani, convinti che la guerra fosse finita, quando invece ne stava per iniziare una seconda, ben più sanguinosa e sconvolgente sul territorio nazionale.
Tutto ebbe inizio il  25 luglio 1943 quando, con una deliberazione del gran consiglio del fascismo, il regime cessò di esistere. Mussolini, pur potendo rigettare l’ordine del giorno del Ministro Grandi e far arrestare i congiurati, inspiegabilmente accettò il deliberato che lo esautorava di tutti i suoi poteri per essere trasferiti al re.
Intanto, Vittorio Emanuele III con i vertici delle Forze Armate tramava per liquidare Mussolini, come primo atto, per poi passare con un proditorio salto dalla parte vincente, quella degli alleati.
Il responso del gran consiglio, contrariamente alle intenzione dei protagonisti (che di fatto si comportarono come utili idioti, per dirla alla Lenin), tornò utile al re per dare una insperata veste  istituzionale a quello che fu a tutti gli effetti un colpo di Stato della corona.
L’indomani, Mussolini, rispettoso delle regole e convinto della correttezza di Vittorio Emanuele III, si presentò al monarca per rassegnare le proprie dimissione da capo del governo. Il re, il cui unico scopo era quella di salvare la corona e se stesso dal tracollo bellico, con un atto inconcepibile dal punto di vista istituzionale, lo fece sequestrare (e non arrestare in quanto ne mancavano i presupposti giuridici).
Tutti i poteri furono affidati ai vertici dell’esercito che instaurarono una dittatura militare con a capo il maresciallo Badoglio. Del nuovo esecutivo nessun esponente politico ne faceva parte in quanto i partiti rimanevano fuori legge al pari del partito fascista nel frattempo sciolto.
A parte qualche spontanea manifestazione di giubilo, derivante dall’equivoco che con la caduta del regime sarebbe finita la guerra, degli antifascisti e dei partigiani neanche l’ombra, li avremmo visti solo dopo al seguito delle vittoriose truppe alleate.
Il nuovo governo si affrettò a rassicurare l’alleato tedesco circa la fedeltà dell’Italia e il proseguimento della guerra al suo fianco; nel contempo avviò segreti contatti con gli angloamericani per passare armi e bagagli dalla parte del nemico, nella patetica illusione di uscire indenni da una guerra che volgeva al peggio, nonostante accettasse di firmare una chiarissima “resa senza condizioni”. Altro che diktat:f fanatismo estremo e sanguinario di Churchill e di Roosvelt.
L’8 settembre del 1943 arrivò l’annuncio di Badoglio che chiamò  falsamente “armistizio” quello che in realtà fu tradimento e una resa vigliacca: nel volgere di 24 ore i tedeschi divennero improvvisamente nemici e gli invasori anglo-americani alleati. Addirittura, liberatori!
Questo atto scellerato non mutò le sorti del conflitto, non servì a lenire ma ad accentuare enormemente le sofferenze della popolazione civile che continuò a lungo a morire sotto i bombardamenti terroristici dell’aviazione angloamericana. Servì solo, obiettivamente, a scatenare l’ira di Hitler, in quel momento padrone assoluto di quasi tutto il nostro Paese, il cui desiderio di vendetta era difficile arginare da parte dei suoi più diretti collaboratori militari e da parte di Musssolini, dopo la sua liberazione.  
Con il rovesciamento del fronte e il passaggio dell’Italia dalla parte degli angloamericani (che faceva presagire una rapida e vittoriosa conclusione del conflitto), si riorganizzarono i vecchi partiti che seppero, soprattutto quello comunista, che aveva mantenuto una sua struttura clandestina, cogliere al volo quella insperata opportunità di tornare ad essere protagonisti della vita politica italiana. La guerra invece continuò per altri 18 mesi e tra le pieghe più vergognose e dolorose del conflitto tra eserciti si incunearono i partigiani: alcuni, smaniosi di ricostruirsi una verginità politica dopo essersi affermati grazie al regime; altri, per attribuirsi delle onorificenze da spendere al tavolo della spartizione del potere alla fine del conflitto; altri ancora, la maggioranza, che uccisero senza pietà solo per trasformare l’Italia in una repubblica dei soviet.  E fu guerra civile.
Questi sono i fatti che ognuno può giudicare, ma che dubito si possano oramai contestare.