Como. Cosa fanno con i soldi degli italiani gli epigoni dei partigiani? Irridono le Foibe?

31 Gennaio 2014

Fonti: Militia, Anpi – Como

Nota di Domenico Cambareri

 

 

 

 

 

 

Quante cose non condividiamo di questi gruppi, ma non sempre i giovani dell’estrema destra sociale e nazionale hanno torto.

L’Anpi e le sue intollerabili e inaccettabili provocazioni. Da chi è coperta all’interno del PD e dei SEL? Quale strana fauna non ha debellato Bersani? Cosa farà Renzi?

Se i contenuti del comunicato di Militia che qui riportiamo dovessero corrispondere al vero, come corrispondono al vero, è bene che la Prefettura di Como lo segnali al Ministero degli Interni e che il Governo Letta cominci ad adottare delle misure adeguate sia per prendere immediatamente le distanze da siffatti episodi sia per adottare i prime concreti passi, anche in termini economici, nei confronti dell’ANPI. Insomma, il fatto che si sta per compiere a Como non è un insignificante aneddoto tratto dalle tante banalità quotidiana. E’ un fatto di gravità enorme che denota una grave e ingiustificata carenza da parte delle autorità preposte, a livello locale e nazionale.

L’Anpi può organizzare tutti i convegni e le conferenze che vuole in omaggio alla libertà degli studi e dele ricerche, tuttavia non può – dietro un escamotage di siffatta natura – sponsorizzare impunemente una negazionista dei crimini titini, in dispregio ai lutti e al dolore di centinaia di migliaia di italiani che furono dispersi nel mondo. La storica invitata (che mai ha fatto sapere come e dovre avrebbero continuato a vivere le migliaia di infoibati per lei giammai  … infoibati), negazinista pervicace, non parteciperà a una tavola rotonda o a un dibattito tra esperti ma avrà un’esclusiva e ben ricettiva platea di ben probabili impreparati in siffatta materia e di ancor più probabili fanatici, per i quali contano gli slogan e l’indottrinamento “antinazifascista” e non di certo la ricerca storica.Tuttavia, non sappiamo se in precedenza, nel corso della sua lunga storia, l’Anpi a Como e in tutta Italia  si sia mai distinta per provuovere le ricerche su cosa facevano i partigiani titini ai soldati italiani catturati durante la guerra, ancor prima delle nostre rappresaglie, e poi sugli eccidi dei civili e dei militari italiani al termine del conflitto lungo il confine orientale, e per celebrane le commemorazioni. Eppure, l’Anpi ha aspirato adempiere, pur nella sua distorta e faziosissima  rivendicazione di ruolo, il compito di deputata alla storia patria degli anni quaranta del ‘900. 

Come la sua sigla ben ricorda agli italiani, non possiamo dimenticare che partigiani comunisti italiani furono direttamente coinvolti nelle operazioni di segnalazione e rastrellamento delle vittime lungo le terre italiani di confine, e non solo: essi sono dunque stati carnefici a pieno titolo di italiani. Sappiamo anche molto bene che molti partigiani comunisti italani inneggiarono in favore dell’unione alla Jugoslavia di Tito: costoro ancora oggi andrebbero fucilati alla schiena come i più biechi, belluini traditori dell’Italia.

Non dimentichino gli italiani  che l’Anpi, che vive sempre nell’adempiere all’esclusiva funzione di perpetua sobillatrice dell’odio e della guerra civile di quei tristissimi e tragici giorni, è foraggiata con i soldi pubblici, cioé nostri. La “liberazione” alla quale inneggia l’Anpi è storicamente esemplata dalla nascita della partitocrazioa e della sindacatocrazia (parole che non sono un semplice slogan ma che condensano i connotati peculiari del regime in cui abbiamo vissto e in cui stiamo vivendo) di cui essa è moralmente la corresponsabile prima, ossia del regime in cui partiti e sindacati e … Anpi  si sono ben beati nel disossare il popolo italiano, ritendendosi al di fuori e dal di sopra delle leggi per non avere applicato il dettato costituzionale. Di quella Costituzione “antifascista” che imponeva e impone ben precise cose in questa delicatissima materia. Dunque, legibus soluti, ossia mafiosi più dei mafiosi, di quei mafiosi con  cui i partigiani – non i patrioti! – avrebbero “liberato” l’Italia da Gela Pachnio e Palermo a Como e alla Vetta d’Italia. Tutto un indiscriminato patto mafioso.

Non dimenitichino gli italiani che con leggi imbelli e posteriori ai fatti i politicanti di allora equipararono i partigiani a combattenti regolari, in dispregio dei trattati internazionali sulla guerra e sulla identificazione dei soldati regolari; e che in particolare il nerbo delle forze partigiane organizzò agguati, assasinni mirati e stragi al fine di accrescere in maniera inarrestabile la spirale dell’odio e delle violenze ai fini del coinvolgimrento delle masse popolari (disegno che falli miseramente), nel perfetto, puntuale e terribile  adempimento della guerra rivoluzionaria comunista realizzata in Russia e propagandata da Mosca.

Non dimentichino gli italiani che la “liberazione” per cui il nerbo dei partigiani combatté mirava a rendere  la nostra dilaniata Patria succube del peggiore regime e del peggiore e più sanguinoso nemico, di fronte a cui quello hitleriano impallidisce: quello sovietico.

Qui di seguito, dopo il comunicato di Militia di Como, un’incisiva introduzione e un estratto di citazioni esemplari da un articolo di Filippo Giannini; e un estratto dalla home page dell’Anpi di Como, compresa la reclame di un foglio dallo stranissimo titolo, per loro: …Patria indipendente ….  Davvero incredibile. – Domenico Cambareri 

 

 

 

 

La verità non s’infoiba!

Per “onorare” la Giornata del Ricordo, il Comune di Como, l’A.N.P.I. e l’Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta, per domani, sabato 1 febbraio, a poco più di una settimana dalla ricorrenza della Giornata del Ricordo, hanno avuto la sfrontatezza di invitare la conferenziera Alessandra Kersevan, nota per lo spiccato negazionismo che la contraddistingue sul dramma delle Foibe.
Le realtà identitarie comasche non possono accettare la provocatoria conferenza in programma, oltretutto a poche decine di metri dalla targa commemorativa, sita ai giardini pubblici di Albate, tenuta dalla signora Kersevan, sgradita ospite della nostra città.
Militia Como, Forza Nuova e le altre realtà comasche dell’area parteciperanno attivamente a suddetta conferenza per manifestare il proprio dissenso.
Ricordiamo alla Giunta Comunale, all’A.N.P.I. e alla sig.ra Kersevan, che con la legge n.92 del 2004: “ La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre, degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Mettiamo inoltre l’accento sul diverso trattamento democratico riservato alle varie realtà: l’A.N.P.I., come in questo caso, utilizza le circoscrizioni a suo piacimento, mentre ad esempio Militia incassa a poche ore dalla conferenza un diniego di concessione della sala di Camnago Volta, senza valide motivazioni.
Nessun mazzo di fiori verrà quindi deposto per mano di questi signori, ai piedi delle lapidi che a Como commemorano la tragedia delle Foibe, ma solo ombre gettate su una verità storica accertata.
 
 
 

 

 

 

 

LA “LOTTA” PARTIGIANA

Una mezza verità è una menzogna intera

di Filippo Giannini

 

L’autoritratto più immediato della natura più profonda della barbarie terroristico ideologica partigiana, ripreso da un’ancora non scritta crestomazia criminalpartigiana, è condensato nelle parole di Giorgio Bocca (nato, vissuto e morto quale violento fanatico fuorviante e sbavante mistificatore, prima fascista e poi antifascista) e di Benigno Zaccagnini (cattolico democristiano utile idiota per chissà chi). Benissimo fa Filippo Giannini a riprenderle spesso. Esse andrebbero sistematicamente pubblicate quale premessa di ogni scritto riguardante i partigiani, la resistenza, la guerra civile e … gli antifascisti.  Risulterebbero di prezioso e insostituibile aiuto per ogni lettore di qualsiasi estrazione politica e culturale al fine di potere inquadrare la linfa e la genesi nascoste di quegli atroci avvenimenti sotto la giusta luce, e capire cosa ebbero davvero a soffrire gli italiani che vivevano soprattutto dispersi tra borghi e piccoli villaggi nelle campagne e sui monti. Queste parole costituiscono tanto un autoritratto quanto un superba e non mistificabile epitaffio sulla reale natura dei crimini partigiani, scritte non da due banditi di poco conto, quanto da uomini che esercitarono l’attività giornalistica e la saggistica politica (uno) e l’attività politica sino ai massimi livelli l’altro, quello che qui, con un atteggiamento psicologico pseudo giustificatorio,  potrebbe essere definito l’ utile idiota. – Domenico Cambareri

 << Il terrorismo ribelle non è fatto per prevenire quello dell’occupante, ma per provocarlo, per inasprirlo. Esso è autolesionismo premeditato: cerca le ferite, le punizioni, le rappresaglie per coinvolgere gli incerti, per scavare il fosso dell’odio. E’ una pedagogia impietosa, una lezione feroce >>.  (“Storia dell’Italia partigiana”)

<< L’ostacolo più grande da sormontare per il timore delle rappresaglie contro la popolazione, il pensiero che per un’azione militare compiuta contro un tedesco o un fascista decine d’inermi e di innocenti sarebbero stati giustiziati. Allora non era ancora evidente a tutti che l’unico modo per stroncare il terrorismo (!) dei nazifascisti fosse quello di non dar tregua al nemico, di raddoppiare i colpi (…) >>.

 

<< La rappresaglia che veniva compiuta era un mezzo per suscitare maggiore spirito di rivolta antinazista e antifascista, e quindi si giustificava >> (Dalla parte dei vinti di Piero Buscaroli).

 

…  nel momento in cui i civili tentarono di fuggire dalla zona, che poi sarebbe diventato il teatro delle stragi, i partigiani della ”Stella Rossa”, lo impe­dirono minacciandoli e rassicurandoli: «Se non vi uccidono loro vi uccidiamo noi se andate via: qui ci siamo noi a difendervi»! …

 

 

Dalla homepage dell’Anpi di Como

Lager italiani, pulizia etnica e campi di concentramento fascisti: incontro con Alessandra Kersevan

Pubblicato Martedì, 28 Gennaio 2014 18:30
La sezione Anpi “Perugino Perugini” di Como, in collaborazione con l’Istituto di storia contemporanea Pier Amato Perretta,  è lieta di invitarvi alla
CONFERENZA PUBBLICA
con la ricercatrice storica
Alessandra Kersevan
autrice del libro
LAGER ITALIANI
pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943
l’incontro si terrà
sabato 1° febbraio 2014 ore 15.30
presso la sala della Circoscrizione 1
(quartiere di Albate) via S. Antonino 4, Como
Tra il 1941 e l’8 settembre del 1943, il regime fascista e l’esercito italiano misero in atto un sistema di campi di concentramento in cui furono internati decine di migliaia di jugoslavi: donne, uomini, vecchi, bambini, rastrellati nei villaggi bruciati con i lanciafiamme. Lo scopo di Mussolini e del generale Roatta, l’ideatore di questo sistema concentrazionario, era quello di eliminare qualsiasi appoggio della popolazione alla Resistenza jugoslava e di eseguire una vera e propria pulizia etnica, sostituendo le popolazioni locali con italiani.
Alessandra Kersevan, grazie al suo percorso di ricerca storica è in grado oggi di illustrare la realtà del sistema repressivo fascista, spesso allo stesso livello, in termini di brutalità, del ben più indagato sistema concentrazionario nazista.
 
 

Celebrazioni giornata della Memoria 2014

 

Pubblicato Lunedì, 27 Gennaio 2014 21:13
 
Ottimo successo per le due iniziative volte a celebrare la Giornata della Memoria 2014 e promosse dall’insieme di associazioni che dal 2 giugno 2013 collaborano per difendere e promuovere la Memoria antifascista, i principi e i valori della Costituzione e della Resistenza.
Circa centociquanta le persone presenti venerdì 24 gennaio al coinvolgente concerto di Luca Lanzi e Francesco Moneti tenuto al Circolo Arci Xanadù di Como. Gli artisti di Arezzo hanno raccontato attraverso musica e canzoni le storie delle persone che lottarono, spesso pagando con la propria vita, contro il nazifascismo.
Grande successo anche alla scuola media Ugo Foscolo di Como dove si è svolta sabato 25 gennaio una lezione-concerto dei due artisti aretini di fronte a più di cento tra alunni, genitori e professori. I presenti sono stati coinvolti in un viaggio in note e immagini tra l’orrore del nazifascismo e la forza del riscatto di chi ha lottato per la libertà, la giustizia sociale, la pace e la democrazia.
I nostri  più sinceri e vivi ringraziamenti sono dedicati ai musicisti Luca Lanzi e Francesco Moneti, alla dirigente scolastica Graziella Cotta, alla vicesindaco Silvia Magni che è interventuta durante l’iniziativa di sabato alla scuola media, alle persone che si sono impegnate affinchè tutto riuscisse al meglio, a tutti i presenti che hanno assitito ai due spettacoli.
Per finire, ringraziamo tutte le associazioni promotrici dell’evento che hanno creduto sin dall’inizio in questo progetto: Anpi sezione di Como, Arci provinciale, Arci Xanadù, Associazione Italia-Cuba Circolo di Como, CGIL-Camera del lavoro, Comitato soci Coop di Como, ecoinformazioni, Emergency Como, Libera Como.
 

 

Abbonati a Patria indipendente

Il 25 Aprile rimpatria
Regalati e regala un abbonamento a Patria Indipendente, la rivista mensile dell’antifascismo e della Resistenza
Tutte le informazioni cliccando