Turchia, la nuova legge sui matrimoni omologa quelli civili e religiosi ma …

20 Ottobre 2017

Fonte: La Stampa

David Lerner

 

 

 

 

Una legge in linea di principio valida ma che sarà strumentalizzata in modo enorme dall’attuale regime clericale e dai religiosi islamici, a danno delle donne e soprattutto delle minorenni. – Eulà

 

 

La Turchia rende validi legalmente i matrimoni religiosi

Movimenti laici e organizzazioni femministe contestano la nuova legge anche perché rischierebbe, secondo loro, di aumentare i casi di «spose bambine» e poligamia

Istanbul
Il Parlamento turco ha approvato una nuova legge che rende legalmente validi i matrimoni celebrati dai muftì, esperti di legge islamica che dipendono dal Ministero della religione “Diyanet”. Ad oggi i matrimoni religiosi sono una pratica molto diffusa ma non hanno nessun valore legale se non sono sanciti da un’unione civile. 
Per le opposizioni il provvedimento è l’ennesimo affronto del governo islamista-moderato ai principi di laicità dello stato promossi dal fondatore della Repubblica Mustafa Kemal Atatürk, che aveva mutuato il codice civile dagli svizzeri. Festeggiano invece i sostenitori del partito di Erdogan, l’Akp: «Finalmente la gente potrà scegliere se sposarsi con funzionari pubblici laici oppure religiosi», dice Jane Louise Kandur, ex leader della sezione femminile dell’Akp a Istanbul, «come in molti paesi europei».
In Italia, in seguito al Concordato fra stato e Chiesa, il matrimonio religioso vale anche per la legge civile. Una simile convenzione regola i rapporti con la comunità ebraica, ma non con quella musulmana, mentre la nuova legge turca non chiarisce la posizione delle minoranze. 
Movimenti laici e organizzazioni femministe contestano la nuova legge anche perché rischierebbe, secondo loro, di aumentare i casi di «spose bambine» e poligamia nel paese. Secondo gli studi di Erhan Tunc, professore all’Università di Gaziantep, in Turchia un matrimonio su tre coinvolge un minore. Nelle zone più sottosviluppate e rurali, come nella provincia di Şanlıurfa, la percentuale sfiorerebbe addirittura quota 60 per cento. Si tratta ovviamente di matrimoni informali, celebrati da autorità religiose, che vengono però tollerati dallo stato. 
«Con la nuova legge si va a rafforzare il ruolo di muftì, o persino di semplici imam di moschea, che potranno celebrare matrimoni irregolari conferendogli addirittura valore legale», protesta da Ankara Ceylan Akca Cupolo, che lavora alla commissione diritti umani in Parlamento per conto del progressista e filo-curdo Hdp. «Ieri il Ministro degli Interni ha promesso all’aula che i muftì dovranno attenersi a tutte le regole rispettate dai funzionari pubblici laici, comprese quelle relative all’età minima – ma ….
La linea governativa è che istituzionalizzando i matrimoni religiosi sarà più facile tenerli sotto controllo, ma le opposizioni sono convinte che non ci sarà la volontà di farlo. Come accade ormai da quindici anni, dalla salita al potere di Erdogan nel 2002, dovranno rassegnarsi ad assistere impotenti alle riforme dei conservatori. «Dopo la liberalizzazione del velo nei luoghi pubblici, ecco un’altra grande scelta di civiltà – esulta Kandur dell’Akp – questa legge … ». 
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