Voto marzo 2018. Ecco come avverrà

1° Febbraio 2018

Edoardo Franza

 

 

 

 

Elezioni politiche e regionali 2018: come si vota?

Ecco le novità

 

 

 

Con l’intento di risparmiare sulla spesa pubblica il 4 marzo 2018 nel Lazio e in Lombardia si voterà, oltre che per le politiche, anche per le regionali.
 
Nella Regione Lazio, in ballo ci sono 50 seggi, che per l’80 % saranno assegnati con il sistema proporzionale e per il restante 20 %, a titolo di premio alle liste che sostengono il presidente eletto, con il sistema maggioritario.
Ci sono altre novità: la diminuzione dei seggi disponibili è il frutto della riforma dell’ottobre 2017 che
– introduce la parità di genere;
– introduce il divieto del terzo mandato consecutivo per il presidente della regione;
– cancella dalla legge il listino bloccato, ossia la lista dei 10 consiglieri collegati al presidente, che entravano a far parte del consiglio senza bisogno di preferenze.
 
Il voto disgiunto, diversamente che per le politiche, rimane possibile. Perciò, laddove non si gradisca l’aspirante presidente collegato alla lista gradita, sarà possibile votare esprimendo la preferenza per il candidato apprezzato.
 
L’approvazione della legge di stabilità ha ridotto ad uno solo il giorno delle elezioni, sicché il 4 marzo dalle 7 alle 23, tutti i residenti di Lazio e Lombardia saranno chiamati alle urne, senza possibilità di rinvio.
La pagina bianca di cui ha parlato Mattarella dovrà essere scritta in un’unica data, e in essa si riserva la speranza di un’ampia partecipazione al voto.
 
Al fine di agevolare il lettore e tentare di dissuaderlo “dal rinunciare al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro paese”, cercheremo di far chiarezza sulle modalità di voto previste per le elezioni politiche dal Rosatellum.
Il nuovo sistema elettorale è di tipo misto: in esso, il 36% dei seggi (circa) verrà ripartito con il sistema maggioritario, mentre per il restante 64% la ripartizione avverrà secondo il sistema proporzionale.
Guardando i numeri dei seggi disponibili con l’uno e l’altro sistema, per la Camera i seggi da ripartirsi
secondo il sistema maggioritario saranno 231,
mentre 386 saranno i seggi da spartire secondo il sistema proporzionale; per il Senato invece saranno
rispettivamente 102 per il sistema maggioritario e 207 per quello proporzionale. 
 
Dai numeri in questione, per semplicità espositiva, si è volutamente escluso il conteggio dei seggi all’estero e l’unico seggio previsto in Senato per la regione Valle da Osta.
 
Il testo di legge è stato pensato per unire i pregi e i difetti dei due sistemi elettorali, al fine di creare un ibrido che possa garantire governabilità e rappresentanza delle minoranze.
 
Il metodo di votazione, che sarà anche riportato sulla scheda elettorale stessa, è più semplice di quello che si creda.
Accanto all’elenco dei politici inseriti nella lista bloccata (la cui posizione in lista rispecchia la preferenza del partito a che l’uno entri in parlamento prima rispetto all’altro) e posti alla destra dei simboli dei partiti presenti nella stessa coalizione,
avremo dei nomi ricollegati alla coalizione e posti a sinistra rispetto al riquadro dove sono inseriti i simboli e i nomi di cui abbiamo parlato.
 
Ulteriori novità rispetto al sistema elettorale precedente sono il divieto di voto disgiunto e l’apposizione di una matrice sulla stessa scheda, che verrà staccata al momento della votazione in modo da fronteggiare i sempre più frequenti brogli elettorali.