Per il 150° dell’Unità: da Genova partono le celebrazioni della spedizione garibaldina

6 Maggio 2010

Fonte: Il Tempo

 

Partono le celebrazioni
dell’Unità d’Italia senza la Lega

Giorgio Napolitano depone una corona di alloro nel luogo in cui partì la Spedizione dei Mille. La Russa: “Non c’era Calderoli, ma non c’era neppure la maggioranza dei ministri”.

 

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano In un’Italia agitata dalle polemiche leghiste e scossa dalle dimissioni del ministro ligure Claudio Scajola, lo scoglio di Quarto a Genova diventa luogo simbolo dell’unità del Paese e l’occasione di andare avanti sulla spinta dell’orgoglio nazionale. Così, dal punto in cui prese il suo avvio nel 1860 la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi, ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la deposizione di una corona di alloro alla stele di marmo, ha aperto le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia (che prevede almeno 300 eventi in tutta Italia fino al 2011). La cerimonia, dove si è notata l’assenza degli esponenti del Carroccio, anche di quelli locali, ha preso avvio poco dopo le 10, dove sotto una pioggia battente due imbarcazioni a vele spiegate, ribattezzate «Lombardo» e «Piemonte» (dai nomi delle due navi che trasportarono i Mille) timonate da Francesco De Angelis e Mauro Pellaschier (orgoglio della vela italiana) sono salpate per Marsala sulla rotta delle Camicie Rosse. A dare il via, proprio i rintocchi di una campana suonata da Napolitano.

A proposito dell’assenza dei leghisti, il ministro La Russa, stuzzicato dai giornalisti a margine della cerimonia, ha chiosato: «Non c’era Calderoli, ma non c’era neppure la maggioranza dei ministri. Non capisco questa caccia alle presenze. Alla ricorrenza del 4 novembre non si sono mai visti gli esponenti della sinistra, a parte Parisi, e non si sono mai fatte tante storie». E il nome di Calderoli è stato evocato anche da Casini, che pur dichiarando di non voler far polemiche e di non voler commentare le dimissioni di Scajola in virtù «un piccolo armistizio delle contrapposizioni», ha affermato: «Tra gli eroi improvvisati del nostro tempo e Garibaldi, noi preferiamo Garibaldi. Speriamo che anche Calderoli sia d’accordo». Il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, intervenuto a Quarto dopo il sindaco di Genova Marta Vincenzi («La città è orgogliosa di ospitare queste celebrazioni»), ha annunciato l’incarico a Giuliano Amato per la presidenza del Comitato dei garanti per le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia, in sostituzione di Carlo Azeglio Ciampi, che si è dimesso per motivi di salute. Bondi ha anche parlato dell’intenzione del governo di proclamare il 17 marzo 2011 festa nazionale per celebrare la ricorrenza.

Le celebrazioni si sono poi spostate alla Stazione Marittima con la presenza dei presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, dell’arcivescovo di Genova e presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco, dei ministri della Difesa Ignazio La Russa e per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi, del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, dei presidenti emeriti della Consulta Giovanni Conso e Giovanni Maria Flick e dell’ex ministro della Difesa Arturo Parisi. Alla Stazione marittima, il Capo dello Stato ha ricevuto il saluto delle sirene della nave scuola della Marina militare Palinuro e delle altre navi alla fonda, e ha assistito ad un carosello di rimorchiatori e imbarcazioni con getti d’acqua Tricolore prima di salire a bordo della portaerei Garibaldi dove ha pronunciato il suo discorso.