Governo. Il letto di Monti, Procuste redivivo

05 Dicembre 2011

riproposto il 09 Dicembre 2011

Comunicato Eulà

 

 

 

Priorità del governo Monti: distruggere l’equità

La sobrietà e la pacatezza di Monti nascondono la faccia e il sedere di Berlusconi – La pantomina è durata abbastanza e alla fine il governo dei tecno-politici ha presentato il suo identikit – Per fare cassa ancora una volta, il governo trasforma l’Italia e il sistema pensionistico in una macelleria, salvaguardando gli interessi dei grandi capitali – Fermiamo queso impazzimento generalizzato!

 

E’ per adesso superfluo soffermarsi sui pochi e spesso non ben delineati punti positivi che si possono cogliere nel pacchetto del governo.
Ci preoccupa enormemente invece la completa carenza, l’assoluta deficienza di misure urgenti destinate al grande capitale immobiliare e atte a produrre un rendimento effettivo e duraturo per le casse dello Stato e in sintonia con i criteri-base di equità. Ci desta stupore l’affermazione che giustifica l’assenza di misure in tale direzione con il fatto di voler evitare la fuga di capitali all’estero. Premesso che qui si sta parlando di capitali immobiliari e non mobili, non si capisce se questo governo e questi economisti presentano le gravissime e stesse tare di Berlusconi.
L’imposizione di una insignificante percentuale di interesse sui capitali “scudati” e la salvaguardia dei capitali finanziari per evitare panico e fuga, la dice lunga sulle reali analisi e sulle concezioni di Monti e dei più stretti collaboratori. Come si possono affermare bugie così inconsistente e al contempo come si può sostenere che sono state messe in atto misure adeguate al fine?
Le positive misure di aumento delle imposizioni indirette non potranno minimamente porre al riparo gli interessi pubblici, collettivi, e dei ceti non ricchi e non benestanti: la realizzazione di forme contributive equilibrate rimane schernita e aggredita.
Con un tratto di penna, vengono spazzati in maniera cinica e brutale anni di riforme e di continui aggiustamenti miranti a salvaguardare ormai il minimo dei diritti acquisiti dei pensionandi con le finestre di uscita. Certo non si salva l’Italia e certo non si salvano le pensioni dei giovani con il derubare e lasciare in mutande alcune migliaia di persone a cui si nega tutto.
Come spiegare che i capitali finanziari non vengono toccati e per quelli scudati ciò avviene per l’1,5 mentre per i lavoratori a reddito fisso con reddito medio, medio – basso e basso la musica cambia, e che poi la percentuale diventa enorme per i lavoratori che dovrebbero andare in quiescenza adesso, con percentuali a due cifre?
Con quale faccia possono presentarsi questi ministri ai lavoratori che stanno per andare in pensione per dirgli: con voi salveremo l’Italia, voi continuerete a lavorare. Quale credulone talmente idiota potrebbe prestare orecchio a cotanta balla e a cotanto misfatto politico? A cotanta ruberia pubblica che istiga solo a delinquere nei modi più diversi e imprevedibili anche le persone più paciose e remissive?
A quale lavoratore che sta per andare in pensione con le finestre nel 2012 o nel 2013 possono imporre un patto da scellerati predoni dicendo: “Oltre alle misure prese per più o meno tutti, come l’aumento dell’Iva e l’imposizione di una nuova Ici, ti comunichiamo che, per salvare l’Italia, ti abbiamo tosato di molte migliaia di euro la liquidazione, ti abbiamo tosato di centinaia di euro la pensione, e adesso, se vorrai usufruire del pensionamento, dovrai rinunciare ancora a quote di pensione e di liquidazione. E se non vuoi, continuerai a lavorare per anni.”?
E che se ne farà la pubblica amministrazione di un lavoratore siffatto se non si sente più un grado di lavorare per cause emotive e morali determinate da questa inaudita violenza, per demotivazione imposta, per motivi di salute che è tante volte difficile diagnosticare oppure perché esse non vengono riconosciute dal sistema sanitario nazionale, perché improvvisamente gli hanno distrutto quanto aveva già programmato con la famiglia e si accingeva a fare con impegni già assunti e anche con trasferimento di residenza in altra parte d’Italia? Cosa ne farà di questi lavoratori? Li licenzierà privandoli dei diritti acquisiti repentinamente bruciati per la salvezza dell’Italia dei filibustieri? Quale è mai questa bufala colossale, questa diavoleria priva di senno pure per i peggiori satanassi in circolazione, questa mendace azione camuffata da altissimo senso di ethos politico?
Questi signori che giocano da una vita con le cifre e con gli apparati burocratici e le banche, hanno il dovere di fornire subito alla pubblica opinione dati precisi su quanto incide la manovra su liquidazioni e pensioni di chi ha maturato i requisiti per la quiescenza (compresi gli aventi diritti alle “finestre” appena fucilate) in termini assoluti e percentuali e confrontare le percentuali con quanto viene a colpire gli altri cittadini. In parole semplici e al netto delle cifre, devono dire quanto andrà a perdere un lavoratore con una pensione netta di 2000 € calcolata sino alla scorsa settimana e, via via, quello con una pensione di 1500 € e di 1000 € e di quanto sarà drenata la loro liquidazione. Questi signori devono anche dimostrarci di avere compreso cosa significano proporzionalità e imposizione commisurata.
Ci devono in particolare spiegare perché mai, di punto in bianco, la proiezione delle coperture per le uscite pensionistiche dei fondi è stata elevata a 30 anni dai 15 vigenti e ciò non sia stato fatto progressivamente, visto che le casse dei fondi pensionistici sono assolutamente sicure. E similmente procedere nella revisione di norme e procedure per assicurare un miglioramento delle prospettive alle future generazioni delle quali noi ci siamo sempre preoccupati. Ciò ha comportato l’applicazione di distonici moltiplicatori di aggravio sulle persone che per stato anagrafico e vita lavorativa stavano per andare in quiescenza e per quelle che ci dovranno andare nel prossimo decennio. Distonici, abnormi, penalizzanti e gravemente iniqui moltiplicatori su lavoratori che di già avevano subito i contenuti delle revisioni delle precedenti normative sul pensionamento. Tutto questo derubare non sarà utilizzato per la salvaguardia delle future generazioni ma sarà subito utilizzato per le manovre finanziarie in cui i grandi capitali continuano a non pagare.
Come è possibile tale sconcezza? Come è possibile che così apertamente, a nostro avviso, si dimostri l’arrogante impunità di un “delinquere istituzionale” camuffato da determinazioni tecnico-politiche per l’ urgenza estrema e si possano sospingere e istigare i cittadini colpiti, dopo averne disconosciuto e distrutto i diritti, a delinquere in risposta a un governo che delinque, per di più non in tempo di guerra?
Dove sono le misure contro il costo della politica? Quelle sulle province fanno proprio ridere. Quelle sull’abolizione dei piccoli comuni, ad esempio, che fine hanno fatto?
Blais Pascal si intratteneva, sia pure in altro contesto, sull’importanza del capire la distinzione che intercorre tra esprit de finesse ed esprit de geométrié. Nel diverso contesto della politica, del governo di un Paese, delle misure da adottare, questo esempio risulta ben adatto e estremamente importante. Un governo tecnico che si incarta  in misure in cui conta solo l’esprit de geométrié, arreca innanzitutto offesa alla stessa scienza delle misure. E arreca danno, ingiustizia e disastro alla società e agli uomini che dovrebbe governare con equilibrio, lungimiranza, saggezza. Proprio in un momento di “emergenza”, dovrebbe mettere con auto-dominio da parte il peggio del proprio vissuto e della propria forma mentis. Ma saranno in grado di farlo questi neo-minsitri se alla prima pubblica uscita sulle misure urgenti da adottare sono scaduti così tanto?
Nel frattempo, con una manovra urgente da riscrivere in buona misura … ci ritroviamo ancora ad aspettare le grandi manovre per il rilancio delle infrastrutture. Tutto ciò forse piacerà al direttore del Sole 24 ore, Napolitano, ma non certo a noi.