Politica, finanza e lavoratori.Monti, Fornero e il dooping. Invece Cazzola ha le traveggole

29 Ottobre 2012

Fonti: Silvano Moffa home page, ANSA

Nota di Domenico Cambareri

 

Giuliano Cazzola non ha un bel che di protestare e di presentare un piano alternativo, del tutto fumoso, men che virtuale e di assoluta non credibilità  nella fattibilità pratica. E’ come dire a Monti: prendi questo pizziddu di presa in giro e buttalo via un attimo dopo!

Tuttavia, non accettiamo neppure l’idea del “contributo di solidarietà”.

Ai primi anni ’90,  all’inizio motivatamente, cominciarono ad essere spostate risorse monetarie a vantaggio deli dirigenti.  Cominciò poi un fenomeno che diventò un’inarrestabile frana dalle sempre più accresciute, veloci e violente dimensioni, con il colmo della demagogia prima e della complicità sempre più apertamente silenziosa dopo, frana in favore della macroscopica crescita delle retribuzioni e del numero dei posti “dirigenziali” – fenomeno di pura crimialità politica.

Esso assunse proporzioni davvero incontenibili e direzione irreversibile a partire dal governo Dababe (D’Alema, Bassanini, Berlinguer).

Il nostro è il Paese con la più iperbolica dirigenza pubblica nei numeri, nei costi, nell’inefficienza e nel grado di assoluta dipendenza e collusione e di ” innervamento” nel degenerato sistema della corruttela partitocratica, anche attraverso il meccanismo della “spoiling list”. Un modello a cui anche io ero favorevole, ma, come la storia più recente e meno recente ci insegna, ogni “novità”, all’inizio proposta in positivo, viene immediatamente dopo rigirata come una frittata per essere utilizzata nei modi più contraffatti, immorali, clientelari e parassitari dal sistema della connivenza partitocratica per allargare lo zoccolo duro del ceto “parapolitico” , associando nuovi gruppi,  attraverso gli artificiosi meccanismi di contrattidi lavoro  ah hoc, al godimento delle prebende del regime per eccellenza antidemocratico e anticostituzionale. Un sistema che svuota dal di dentro i contenuti della carta, un sistema che ha tarlato completamente organi e organismo del Paese. Lasciando solo lo spettro dell’aleatoria forma (anch’essa taroccata).

Pertanto, non si tratta di richiedere e imporre  un “contributo di solidarità”. Si tratta, semmai,  di un’ulteriore passo nella necessità – e non nel tentativo! – di risalire la china e di riportare in brevissimo tempo retribuzioni e numeri di dirigenti entro la banda della normalità comparativa, in riferimento a tutti i parametri di oggettiva valida applicazione rispetto a quanto avviene in Francia e nel Regno Unito (non in Germania, Nazione “federalizzata” ai vincitori della II g.m. e in Spagna, federalizzata dalla forze centriguhe dell’egoismo territoriale: il confronto con esse, qui in Italia, renderebbe gaglioffo e predone il più savio dei rappresentanti partitocratici). E in riferimento all’Italia pre Bossi e bossoli fusi e pre Dababe, all’Italia dei primi anni ’90. Meglio non operare raffronti con gli USA, patria dello spoiling sistem, da cui attinsero la valida idea i masnadieri che già nella loro mente avevano truccato il giochetto: lì sarebbero licenziati di botto eserciti di dirigenti e le loro retribuzioni verrebbero letteralmente polverizzate! Vero Bassanini, vero Bossi?

Infine, è da ricordare al sig. deputato Giuliano Cazzola (verso cui esprimiamo non solo rammarico ma anche incredulità per la proposta quanto per l’opposizione da lui espressa rispetto alle decisioni asunte in commissione CD), che, se dovessimo parlare di diritti soggettivi, ne dovremmo parlare alla rovescia, in rifierimento alle norme imposte da Fornero e Monti, che hanno repentinamente e con brutalità stracciato la certezza dei diritti in essere. Non è si è trattato di un atto di doveroso e urgente riformismo per bloccare l’emorraggia di risorse preziose, quanto di un preciso calcolo ideologico che ha stravolto ab imis la credibilità delle norme vigenti. Alla facccia dei derubati esodati e della classe 1952.  Da un plenilunio all’altro. E’ questa democrazia?

E’ questo strumento che rende più equa la distribuzione delle risorse e più commisurata la partecipazione agli oneri collettivi? O è invece una scottante sconfitta della certezza dei diritti e un’imposizione violenta mascherata di stato di necessità a pro della salvaguardia di una ristrettissima platea di privilegiati, privilegiati che certo su questo piano non sono neppure quelli che guadagnano 150.000 €, ma le ristrette cerchie dei super ricchi, degli agiati, e delle società mobiliari e immobiliari che capitalizzano e investono e conseguiono profitti vertiginosi?

Infine, chiediamo a Cazzola: perché non  premi Monti per firmare l’accordo con la Svizzera? Perché aspetti ancora, e lui perché aspetta ancora di più? Quali subdoli e sporchi interessi sta coprendo Monti, vulnerando la difesa degli interessi del popolo italiano?  E perché il tuo silenzio, Cazzola? Perché non ti ci “incazzi” e lasci cadere per un attimo il tuo proverbiale aplomb pur di fare rientrare risorse monetarie così indispensabili? Anche tu, quali diritti soggettivi stai difendendo? 

 E come pui parlare di introduzione di diritti soggettivi a salvaguardia di una parte degli esodati ( e non ancora tutti, e neppure della classe 1952 e di quota 96) e non di obbligo dell’aumento dell’età lavorativa e al contempo della riduzione sostanziosa  degli organici con la susseguente esplosione di sovraorganici e di messa in mobilità?  – Appoggi scopertamente queste sconcertanti manovre prive di misura e di senno che porteranno in modo ineludibile a gravi conflitti sociali pur di “drogare”  un sistema politico e socio-economico in forte ritardo pieno di contraddizioni e fragile al fine di farlo diventare “secondo” in tutta l’Unione Europea? E’ questa saccente e arrogante vanagloria e imprevidenza e incapacità valutativa assoluta, o è proficua geniale lungimiranza?

Infine, Cazzola, perché non chiedi al governo di cacciare seduta stante Bassanini dalla carica che ricopre? Perché non dai fiato alle corde vocali e alle trombe degli arcangeli per un atto di piccola pulizia? – D.C.

 

 

 

 

 

 

Esodati, governo battuto: un contributo dai ‘ricchi’

Arriva un contributo di ‘solidarieta’ del 3% per la parte di reddito che supera i 150mila euro

 

Governo battuto. La commissione lavoro della Camera ha approvato all’unanimità (solo il deputato del Pdl Giuliano Cazzola non ha partecipato) un emendamento alla Legge di Stabilità che amplia le garanzie per gli esodati. La proposta, che dovrà essere esaminata dalla commissione Bilancio di Montecitorio, è passata con il no del governo.
L’ampliamento delle garanzie per i lavoratori esodati, votato in commissione Lavoro alla Camera con il sì quasi unanime, prevede tra le coperture anche un contributo di ‘solidarieta’ del 3% per la parte di reddito che supera i 150mila euro.
Il parere contrario dell’Esecutivo è stato dato per ragioni di coperture finanziarie, viene spiegato. L’emendamento approvato in commissione Lavoro, che ora dovrà essere sottoposto all’esame della commissione Bilancio come tutti gli altri emendamenti alla Legge di Stabilità, è a prima firma Silvano Moffa ed è stato sottoscritto da tutti gli altri capigruppo. L’unico deputato a non aver partecipato alla votazione è l’esponente del Pdl Giuliano Cazzola.
L’emendamento che amplia le garanzie per gli esodati riscrive le misure messe a punto dall’Esecutivo con la Legge di Stabilità e, oltre il contributo di solidarietà, stabilisce che nel Fondo da 100 milioni previsto dal governo confluiscano tutte le risorse stanziate per i lavoratori esodati, pari a 9 miliardi di euro. Inoltre prevede che eventuali risparmi all’interno di questo stanziamento restino a disposizione del Fondo e quindi dei lavoratori esodati. Le misure riguardano gli anni 2013 e 2014 e secondo delle stime informali avrebbero bisogno di circa 3 miliardi di coperture. I deputati hanno previsto anche una clausola di salvaguardia, vale a dire l’aumento delle accise sulle sigarette già potenzialmente previsto dal Salva-Italia, qualora le risorse previste risultassero insufficienti.
MOFFA, IN SOLCO GOVERNO, DEFINITO PERIMETRO FONDO – “Ci siamo mossi nel solco indicato dal governo e non abbiamo fatto altro che delimitare meglio il perimetro del Fondo” previsto dalla Legge di stabilità per gli esodati. Lo afferma il presidente della commissione Lavoro della Camera Silvano Moffa, primo firmatario dell’emendamento che amplia le garanzie per i lavoratori rimasti senza salvaguardie e senza reddito.
CAZZOLA, HO PROPOSTA DIVERSA, NO BISOGNO NUOVI FONDI – L’ampliamento delle garanzie per gli esodati approvato dalla commissione Lavoro della Camera “crea diritti soggettivi e ha bisogno di coperture”. E’ quanto sottolinea il deputato del Pdl Giuliano Cazzola che non ha partecipato al voto ed ha presentato una proposta diversa che ha il ‘pregio’ di non aver bisogno di nuovi fondi. “Io – dice infatti – gioco sui risparmi e affido a un decreto del presidente del Consiglio la possibilità di destinare eventuali risparmi a una serie di categorie. Loro invece – sottolinea – creano diritti soggettivi”.