La Casa Bianca distrugge. La Casa Bianca ci distrugge. 1.

11 Settembre 2015

Domenico Cambareri

Destabilizzazioni e profughi. La Casa Bianca distrugge. La Casa Bianca ci distrugge. 1.

 … E la Germania si pone a guida dell’Europa – Eufrasia

Premessa indispensabile

I sofismi e le pseudo speculazioni logiche di Rumsfeld si erano articolati attraverso una vera e propria astuta metodologia e una campagna di intervento diretto tese a deviare, contenere, irretire, paralizzare l’autonomia della sfera decisionale dei capi funzionali e operativi delle forze armate e dei servizi segreti che avrebbero potuto in qualsiasi modo esprimere indicazioni e valutazioni potenzialmente difformi dalle finalità politiche pregiudizievoli e occulte che stavano alla base della condotta governativa “coperta”. E quindi dagli obiettivi a cui surrettiziamente era indirizzata tutta l’azione della decisionalità politica.
Essi erano finalizzati e perciò elaborati con espresse lucidità e volontà per neutralizzare e ogni possibile risultato negativo, lo ripetiamo, reso noto dall’attività sul campo e dalle valutazioni raggiunte dai responsabili delle diverse intelligence. Introducevano quindi effetti distorsivi, condizionanti, ricattatori lungo tutte le linee di comando, compromettendo la reale capacità di giudizio delle specifiche autorità. Questo era il quadro di fondo entro cui si muoveva il cuore di tutta l’amministrazione Bush j.r nell’ambito delle attività militari, d’intelligence, diplomatiche per piegare i dati e i fatti e le valutazioni su di esse espresse dai responsabili degli apparati pubblici preposti, al fine di imporre la linea degli interessi occulti delle grandi speculazioni e quindi della guerra all’Iraq. Ad iniziare da quanto realizzato dal sodale Dick Cheney, vicepresidente di Bush, e dal suo staff, vero concentrato di pura e raffinata criminalità.
L’odierno contesto delle dinamiche mondiali è in buona misura il risultato realizzato da questa criminale conduzione politica, che è quella che costituisce ancora la produzione, la regia, la scenografia dei loschi affari che guidano le scelte strategiche a Washington. Essa si condensa in queste poche parole: esercitare l’egemonia su scala mondiale attraverso la diffusione delle instabilità e delle crisi. Gli strumenti politici sono tanti, quali quelli declamatori dell’esportare la democrazia. Essi sono bombe atomiche e non più solo bombe al napalm. Sono la famosa “pistola fumante”  uranio e atomiche di Colin Powell e di Condoleeza Rize. Il più alto e perdurante concentrato di depistaggio e falsificazione, vero gioiello della perversione politica in grado di eguagliare e superare quelli del KGB e del GRU. 
In pochi anni, i positivi e ben promettenti scenari di equilibrio e di pace in tutto l’ampio ecumene euro afroasiatico, di cui Mediterraneo costituisce il cuore, sono stati espressamente travolti, distrutti , polverizzati dalla logica della guerra imposta da chi utilizza e cavalca nei modi più cinici, implacabili e miserandi lo strumento della strategia indiretta, in primis del terrorismo. Questo obiettivo e gli eccellenti risultati da esso raggiunti hanno costituito e costituiscono anche il cruciale punto d’incontro fra neo-con, sionisti e conniventi trame di alcune monarchie assolute della penisola arabica.
Tutta la politica estera sciorinata dai Bush va rivista e riconsiderata alla luce di questi dati fondamentali assolutamente non occultabili. Pure la vicenda degli attentati di Al Quada va rivista alla luce di questi fatti. Ci vorranno ancor anni per poterci arrivare, tuttavia è augurabile che gli americani non demordano e non caschino nel ricatto psicologico dell’essere additati dai prezzolati della stampa come “comunisti”.
La stampa americana, così come le istituzioni parlamentari statunitensi, hanno saputo scrivere belle pagine di storia, pure in questi anni. Non soltanto fallimenti e infamie. Il sistema democratico USA continua a fornire margini di sicurezza, anche se l’oligopolio politico-finanziario-industriale continua a costituire il suo più pericoloso nemico (non avversario: nemico). La lotta è però senza tregua, come dimostrano le débâcle di Obama, finito sotto custodia dei neo-con.
Grandi sconfitte non soltanto di Obama e di tutto l’Occidente, ma di interi popoli, ad iniziare da quello iracheno e da quello siriano. Popoli che pagano tributi di sangue senza fine al cieco e irrazionale colonialismo, neo colonialismo e neo-neo colonialismo lillipuziano anglo-francese al soldo di quello dei reali inquilini della Casa Bianca. Oggi noi siamo proprio nel mezzo del ciclone di cui le tempestose e dolorose ondate delle migrazioni costituiscono l’effetto più immediatamente percepibile, ma appena appena compreso. Tranne che da parte degli ottusi e orbi alla Orban e alla Marine Le Pen. Pure in questo, sia pure in presenza delle auto-disfatte della demagogica destra italiana e europea, c’è destra e destra. Soprattutto su questi temi.