Antinferni di Purgatori non d’umori mai purgati e d’oscuri, tenebrosi Scurati che imperversano su tv e media per millantare storie ‘antifa’. 3, fine.

30 Giugno 2020 Autore: Domenico Cambareri

Ripubblicato il 06 Maggio 2024

Maître à penser. Melense smorfie e velenosi vezzi dei mal edulcorati, scurati, parassiti rivoluzionari amorcapitalisti antiproletari. Osservazioni e elementi per una spassosa, preliminare psicopatologia delle elementari nequizie intellettualoidi paranoico-comuniste dei ‘benviventi’ virgulti rivoluzionari poco operai e tanto tanto tanto rancidi borghesi.

Chi si cimenterà in questa terza lettura?

La tecnica rivoluzionaria pure s’innova e affina anche se è difficile crederci, grazie al canovaccio antico del Cortegiano e alle buone maniere apprese rielaborate e ostentate qui a Occidente della grande civiltà sovietica degli onorati e ben oranti di gran fede Togliatti e cognato e Longo: ‘lentezza, morbidezza sfumate con indifferenza’, definizione che cade a pennello in modo perfetto per il nostro Andreuccio Purgatori, tanto che sembra essere la sua mediatica e naturale cifra espressiva. Un salto, un progresso galattico della dialettica e della prassi rivoluzionarie comuniste – delle boriose prassi dei pasciuti comunisti borghesi d’Occidente, impastati di sprezzanti albagie mistificanti e di bile antiproletaria che idolatra e turlupina con arzigogolii di… ‘manifesti’ giochi di specchi -, che lascia tutti meravigliati e con dieci palmi di naso.

Senza alcun temere di tacciare tutti i suoi amici e alleati di stare svolgendo una sconveniente e banale azione di complicità o perfino una capillare opera di orchestrata e sfarinata, leninista bugiarderia collettiva, atta a screditare gli avversari e perseguire una finalità molto ma molto poco limpida: trubbuli.                                                                                                           (Trubbuli nel dialetto siciliano delle mie parti, pronunzia con la stessa t di tree, albero, termine che mi pare che trovi pure una particolare corrispondenza fonetica con l’inglese trouble, anche se questo afferisce di più a ‘guai, pena, dannare’ e non a estremamente opaco, greve mancanza di trasparenza, residuo alquanto impuro, torbido proprio torbido). E non a tacciarli, insultarli senza tregua su tutti i media di essere protagonisti di azioni improntate a conclamato razzismo.  

Razzismo: razzisti che avvelenano e ammorbano l’aria e la società italiana con il loro razzismo, perché NON vogliono far abolire le norme che favoriscono l’immigrazione clandestina e contenere la giungla umana che le istiga e favorisce e sfrutta. A iniziare dall’utilizzare in maniere improprie e truffaldina e disonesta le enormi ‘disponibilità’ finanziarie elargite dal governo.

 E, quindi e soprattutto, combattere contro tutto quel mondo del malaffare ‘filantropico’ che non di rado si arricchisce sfruttando questo tipo di ‘economia’ parassitaria, clientelare, circuitrice. ‘Paraeconomia’ di paraculi sopraffini, acerrimi nemica dei disprezzati nostrani poveri ultimi. Gli ultimi degli ultimi, che forse abitano in strade prossime alle loro:

persone in gravi difficoltà economiche, disoccupati, vittime di case occupate, emarginati, incapienti rinchiusi e sigillati dai maledetti buonisti esaltati e isterici apologeti di una maniacale, malsanamente pretestuosa xenofilia nel cerchio del ‘malasortato’ fato: destinati a rimanervi senza mai avanzare nella progressione della fila. Sempre sopravanzati dagli arrivi dei clandestini, fatti porre non al termine della coda ma, da privilegiati, come penultimi e terzultimi. E perfino fra i primi. Le tantissime siepi dei florilegi dei molteplici casi ben lo illustrano, a iniziare da Bologna e da Milano

Paraculi sopraffini e avvelenatori ideologici e banale, irriflessiva, imitativa, euforica superficialità degli scriteriati e degli immaturi, che non hanno alcuna motivazione sociale, etica e ‘politica’ a che vengano ripristinati elementi basilari della sicurezza pubblica, con il regolare ingresso dall’estero dai varchi di frontiera, con il passaporto in mano. Grottesca, oscena e prevaricatrice “campagna politica” di un abietto ideologismo apertamente asservito ai più loschi interessi di potentati speculativi, imposta durante anni durissimi di crisi, disoccupazione, emarginazione di marca schiettamente USA e getta.

Invece, cosa fa e a chi si rivolge la nostra gravosa anima purgante, scadendo sul piano del beccafico del miscuglio di bile giallo-nera Lerner? Si rivolge, come privilegiato interlocutore, al meccanico della filosofia, tal scialbo adontato Umberto Galimberti che nel suo “Tramonto dell’Occidente” ben si vanagloriò di non scrivere che il titolo era pari pari identico a quello ‘del da di lui ‘ reso anonimo ma ben famoso Oswald Spengler. Dileggio e disprezzo dello spocchioso meccanico psichico, che nel contegnoso e pur ardente amor del vero che tutto muove (appropriata espressione imprestata di scena, con savio discernimento esprime il consenso filosofico ai quesiti posti dal mascolino Andrea ‘cerebroadunco’ fugatore di tenebre sul razzismo nostrano che imperversa negli animi e per le piazze e viene sparso urbi et orbi da sovranisti detestabili e malvagi?

Non è davvero da chiedergli: <<Perché, Andreucciopurgante, arrivare a cotale e cotanta squallida esemplificazione, estensione e alterazione della parola ‘razzismo’?  Perché procedere con sì subdola protervia?>>

Acribia descrittiva di Ripellino ovunque stravolta? No, annichilita. Non solo fra i vicoli di Praga, e questo e tutto questo mal aggrada a un benpensante comunista come Cacciari. E del pari, ritengo, penso, credo, spero al Marramao che per fortuna nulla ha di quel tal tale che fu il parassita Giangià moneta rivoluzione e tritolo,

Con il gran godimento osceno delle dilaganti boldrinate, condite con sovrabbondante tossica mummiantifa Canfora grattuggiata e pantagruelico tomatototossico di disperse gote d’odio e d’arte montanare. Sempre in attesa del buondì, nonostante – fossili salvifici e millenarismi dendroconologici – il comunismo bolscevico sia già morto ai piedi e fra le mani di una guaritrice russa. Nel bel mentre brezbrez le nostrane allucinate sarabande borghesi delle rivoluzioni fanfarone sbrodolavano e smargiassavano nel loro meretricio del ben-essere edonista in sadomaso cul de sac. E in cotanto disdegnante modo i fatui fatui idi antintelletto continuano esuberanti gioiosamente a vegetare, mentre i fascisti e gli italiani più o meno innocenti o idioti, tutti più o meno impotenti, continuano, loro malgrado, a ‘invettogliarli‘ di cibarie, successo, denaro.

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